Donazione organi: secondo appuntamento “Un donatore moltiplica la vita”
Secondo appuntamento del Progetto “Un donatore moltiplica la vita”. Presso l’Aula Magna del Liceo Classico “T.Campanella”, si è tenuto l’incontro per la campagna di sensibilizzazione alla donazione degli organi, promossa dal Ministero della Salute. Nel corso dell’incontro è stato proiettato il cortometraggio “E la vita continua” di Pino Quartullo. Una storia intensa e carica di emozioni, in cui le vite dei due personaggi principali, un ragazzo, laureato in filosofia e disoccupato ed un attore di teatro si sono incrociate in una situazione drammatica che nel finale ha reso il senso pieno della donazione come gesto di solidarietà e come scelta giusta. Pellegrino Mancini, Direttore Unità Operativa Complessa del Centro Regionale Trapianti, ha illustrato i dati relativi alla donazione:“In Calabria è necessario implementare il numero delle donazioni – ha dichiarato Mancini. L’informazione non corretta, inerente alla possibilità di diventare donatore di organi o di tessuti a scopo di trapianto, dopo la morte, ha indotto a ricevere spesso un diniego da parte dei familiari dei pazienti deceduti e dunque la mancanza di opportunità di salvare altre vite umane.
La media nazionale di donatori, ogni anno, è di circa 20 per milione di popolazione,la Calabria, che ha quasi due milioni di abitanti, dovrebbe avere circa 40 donatori l’anno al contrario sono circa 20. E’ presente una percentuale consistente di opposizione alla donazione degli organi o dei tessuti. Ciò ha comportato spesso la necessità di doversi rivolgere ad altri presidi ospedalieri di altrettante regioni, per chiedere l’inserimento di un paziente nella lista di attesa per un’eventuale donazione. Aver effettuato la dichiarazione di volontà ha significato prendere la responsabilità della decisione di donare gli organi, nel caso di morte celebrale, senza derogarla ai propri familiari”. “Ospitare un’iniziativa come quella di oggi, ha una rilevanza assoluta – ha aggiunto Giovanni Mollica, Vicepreside del Liceo Classico. Potersi impegnare, per ridurre la sofferenza e il dolore, ha comportato di rendere più umana la vita. I filosofi nell’antichità si sono confrontati con la tematica del dono, mettendo in evidenza l’impossibilità di comprendere la dimensione essenziale dello stesso. Quello che chiamiamo dono, intenso come regalo, è legato ad un meccanismo di scambio e di reciprocità.
Un significato differente ha il donare, non come imperativo morale. La dimensione della donazione ha rappresentato l’elezione totale, piena e assoluta, legata al rispetto, alla considerazione e all’amore per la vita, rappresentandone la sacralità. La scuola ha un ruolo formativo fondamentale nell’educare ad una cultura della donazione e non del pregiudizio”. Intenso e carico di significato l’intervento di Dario Bergamelli, difensore della Reggina calcio, che ha raccontato la sua esperienza:“Sono un donatore ADMO, di midollo osseo. Il pensiero di poter essere chiamato ed aiutare una persona affetta da leucemia, ha rappresentato una grande emozione e responsabilità. E’ importante riflettere sull’importanza di salvare la vita ad altre persone che riceveranno gli organi. Nella mia famiglia, abbiamo sofferto a causa di problemi di salute avuti da alcuni familiari, sapere dunque di essere aiutati è di grande supporto”.Italia Albanese, coordinatore ospedaliero e dell’U.O.C. di Rianimazione degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, rivolgendosi agli studenti, ha evidenziato: “Siete nell’età della maturazione.
Una fase di passaggio e di transizione, in cui è importante essere informati sulle scelte che potete compiere, prendendo consapevolezza di come si può diventare e cosa vuol dire essere donatori. Per questo è necessario distinguere tra il coma e la morte celebrale. Il donatore di organi non è in coma. Quest’ultimo è una sindrome, una perdita temporanea e reversibile dello stato di coscienza, da cui è possibile svegliarsi, magari in uno stato vegetativo. Il soggetto ha mantenuto le funzioni vitali autonome. Differente invece è la morte celebrale. La cessione irreversibile dell’attività dell’encefalo, è un danno grave, irreparabile, diffuso, dove il respiro è reso possibile dalle macchine e il paziente è tenuto in vita con la somministrazione continua di farmaci, per far battere il cuore e mantenere in funzione gli organi. Nella Gazzetta Ufficiale, la legge del 1991,ha definito il concetto di morte, ossia la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. In questo caso, il paziente può diventare un donatore, previo consenso”.