Arpacal: monitoraggio gas radon in provincia di Crotone
Mille studenti incontrati sinora, dei tremila previsti a conclusione del progetto, ai quali è stata spiegata cosa sia la radioattività naturale e come conviverci quotidianamente con opportune azioni di monitoraggio e controllo; centocinquanta tra docenti, dirigenti scolastici e loro rappresentanti per la sicurezza sul posto di lavoro, formati in appositi incontri dedicati alla materia della radioattività naturale. Duecento dosimetri per la misurazione del gas radon distribuiti in tutta la provincia di Crotone, di cui il 40 % nella città capoluogo, per restituire, dopo un anno di monitoraggio, una mappa del rischio radon.
Sono questi i primi numeri dell’iniziativa che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL), a seguito di un apposita convenzione con la Provincia di Crotone ed il Laboratorio di Educazione Ambientale provinciale (LEA Kroton), sta svolgendo, a partire da febbraio scorso, su tutto il territorio provinciale crotonese.
Il dr. Salvatore Procopio, tecnico del laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal, ha sinora incontrato gli studenti delle scuole dell’intera provincia di Crotone per spiegare loro la radioattività naturale e, più nel dettaglio, cosa sia il gas radon e come debba essere misurato e monitorato. Diversi incontri, tra cui quello che si è tenuto ieri mattina alla Scuola Primaria “Rosmini” di Crotone, in cui i giovani allievi hanno fatto numerose domande come convivere con la radioattività naturale che, appunto se tenuta sotto controllo, non rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini. Informazioni utili che giungono anche alle famiglie di questi studenti, sensibilizzando genitori e familiari.
La misura del gas radon, infatti, rappresenta un passo fondamentale per la stima e il contenimento del rischio derivante dalla presenza di questo agente inquinante, sia per i lavoratori e sia per la popolazione che vive ed opera in un determinato luogo confinato. Nel pomeriggio, invece, nella Scuola media Statale “Giovanni XXIII” di Crotone, grazie alla disponibilità prestata dal dirigente scolastico, dr.ssa Antonella Romeo, si è tenuto un seminario tecnico formativo dedicato al corpo docente, tra cui i responsabili della sicurezza, per illustrare anche la funzionalità del progetto che l’Arpacal sta realizzando attraverso il posizionamento in tutte le scuole della provincia dei dosimetri per misurare la concentrazione di gas radon.
È sulla diffusione di tale iniziativa che la provincia di Crotone potrà assurgere a caso di studio, visto che è una delle poche province italiane a sostenere progetti di monitoraggio di gas radon con numeri importanti per diffusione e rapporto con la densità demografica. È il caso di ricordare che in ogni comune della provincia di Crotone, rispettivamente negli edifici scolastici e nei municipi, è stato posizionato almeno un dosimetro per la misurazione del gas radon. Nella città di Crotone, inoltre, i dosimetri sono stati posizionati anche nell’ospedale civile, grazie alla collaborazione dell’Asp, e in altri edifici pubblici. Un gran numero di dosimetri che, dopo un anno di raccolta dati, saranno in grado di restituire un mappa molto chiara sulla presenza di gas radon.
“Il radon – ha spiegato ai docenti il dr. Salvatore Procopio, tecnico del laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal - è un gas radioattivo naturale inerte, prodotto principalmente dal suolo e dai materiali da costruzione; i prodotti del decadimento di questo gas, detti tecnicamente “figli del radon”, possono invece legarsi alle pareti, ai pavimenti, alle persone o alle particelle nell’aria ed essere inalate e collocarsi in una qualsiasi regione dell’apparato respiratorio: naso-faringe, tratto bronchiale, tratto polmonare. La deposizione nel tessuto polmonare fa aumentare la dose assorbita al polmone e conseguentemente il rischio dell’insorgenza di tumori polmonari”.