Catanzaro, convegno della Fidapa sull’affidamento

Catanzaro Attualità

La commovente esperienza personale raccontata da Elisa Chiriano, madre affidataria e Vice presidente dell’associazione di famiglie affidatarie e adottive Shamandura di Catanzaro, è stata uno dei momenti più toccanti del convegno che la Fidapa di Catanzaro ha organizzato nei giorni scorsi presso la sala convegni della Camera di Commercio di Catanzaro dal titolo “Non c’è figlio che non sia mia figlio – la cultura dell’affidamento e dell’adozione”.

L’esperienza di Elisa Chiariano, infatti, oltre a farne comprendere lo spessore umano e l’impatto emotivo che un genitore affidatario vive quotidianamente in questa sorta di missione laica, è servita a capire l’importanza di associazioni come Shamandura di Catanzaro che nascono con lo scopo di promuovere l’affido familiare quale “intervento privilegiato” nelle situazioni in cui è necessario allontanare temporaneamente un bambino o un adolescente dal proprio nucleo.

La presidente della Fidapa di Catanzaro, Dr.ssa Giulia Audino, nell’introdurre il convegno, moderato e concluso dall’avvocato Rossana Greco, ha precisato come, nel proprio programma sociale di presidenza, abbia voluto fortemente questo convegno al fine di promuovere la cultura dell’adozione e dell’affido, attraverso un momento di riflessione di tutte le 190 socie catanzaresi, per mandare un messaggio all’intera opinione pubblica.

Nell’aprire il ciclo di interventi, l’avvocato Antonella Prestia, vicepresidente della Camera minorile di Catanzaro, ha sottolineato come questo convegno abbia dato l’occasione ai relatori di parlare, essenzialmente, di valori sociali e diffusi come quelli della solidarietà e della responsabilità civile. “Gli istituti dell’adozione e dell’affido – ha avuto modo di dichiarare Prestia – sono istituti filantropici nascono per dare una famiglia a bambini che non ne hanno o che non hanno un idoneo ambiente familiare”.

Il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, Dott. Luciano Trovato, si è invece soffermato sulla disciplina degli istituti dell’adozione dell’affido. Un intervento molto particolareggiato dal quale è emerso come l’affido sia un percorso temporaneo in cui è previsto il ritorno del minore nella famiglia d'origine e presuppone il mantenimento dei rapporti con essa durante l'intero percorso; l'adozione, invece, è un processo in cui vengono definitivamente interrotti i rapporti con la famiglia naturale.

Il dott. Giovanni Lopez, psicologo specialista della Casa di Nilla, Centro specialistico regionale per la cura e la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, ha sottolineato come quello dell’adozione e dell’affido, sia un dibattito molto acceso nella comunità nazionale e che si basa sul diritto di ogni bambino di vivere in una famiglia, “anche quando la propria famiglia d’origine non sia più in grado, per un certo periodo o indeterminatamente, di accudirlo”. Tutto ciò apre scenari ampi di intervento: dalla tutela del fanciullo affidato ad una struttura oppure ad una famiglia cosiddetta affidataria.

Nel corso del moderazione del dibattito, l’avvocato Rossana Greco, componente del direttivo della Camera Minorile di Catanzaro nonché socia Fidapa, ha sottolineato come “il percorso dell’affidamento e della adozione non siano sovrapponibili; l’affido non è l’anticamera verso la adozione. I genitori affidatari vanno accompagnati nella loro maturazione per una disponibilità a sentirsi zii, nonni, e non genitori dei bambini che accolgono”.

Il convegno è stato concluso con la lettura della famosa poesia del poeta Khalil Gibran, Libanese di religione cristiano-maronita che nel 1923 scrisse la poesia su “I Figli”, tradotta in tutto il mondo e conosciuta per la metafora dell’arciere (“Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi”).