Reggio Calabria, allarme crescita della Confesercenti
"La crisi ha bruciato quasi 100 miliardi di reddito disponibile per i consumi. Recessione e pressione fiscale continuano a distruggere redditi, lavoro ed imprese. Occorre voltare pagina al più presto". E' quanto scrive la Confesercenti provinciale di Reggio Calabria.
"Il protrarsi della recessione - continua la nota di Confesercenti - i cui effetti stanno colpendo tutti i territori e tutti i settori economici, sta riducendo allo stremo le imprese dell’artigianato, del terziario di mercato e l’impresa diffusa che vivono sulla propria pelle il peso insostenibile dell’eccessiva pressione fiscale, del crollo dei consumi senza precedenti, del difficile e costoso accesso al credito, dell’annosa questione della riscossione dei crediti vantati nei confronti della P.A.
La crisi sta cancellando la parte più vitale del nostro sistema produttivo.
Nel 2013, 26,6 Miliardi in meno di PIL, 22,8 Miliardi in meno di consumi, 249 mila chiusure di attività commerciali e artigianali.
Sulle spalle degli imprenditori non c’è solo la recessione, c’è il fardello sempre più pesante di tasse record, credito latitante, burocrazia opprimente e una politica inconcludente.
Ecco perché la ripresa diventa un miraggio.
Ecco perché gli imprenditori hanno perso la pazienza e stanno perdendo la speranza. Ma il destino non è segnato
Le imprese del terziario, dell’artigianato e dell’impresa diffusa, che nel nostro paese producono il 58% di PIL e danno lavoro al 62% degli occupati, non ci stanno! Reagire alla crisi si deve e si può.
Proseguendo nella linea di forte denuncia della drammaticità della situazione per il nostro
sistema di imprese, culminata nella Giornata di Mobilitazione del 28 gennaio scorso,organizzata da Rete Imrese Italia Confesercenti indica alcune inderogabili priorità:
Dare credito alle imprese
Le Mpmi e l’impresa diffusa hanno sempre più difficoltà di accesso al credito e sempre meno capacità di fronteggiare il loro fabbisogno finanziario. È quindi necessario: sfruttare il via libera dato dalla Commissione Europea per risolvere definitivamente il problema dei pagamenti della PA identificando modalità operative semplici, veloci e di impatto immediato (come la compensazione secca e diretta tra i debiti degli enti pubblici verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo stato);
al fine di contrastare il credit cruch in atto che colpisce principalmente le MPMI che ricorrono in modo quasi esclusivo al credito bancario per le loro necessita' finanziarie, promuovere un intervento concertato con gli altri Stati Europei presso le Istituzioni Europee e, in particolare presso la BCE, affinche' quest'ultima eroghi speciali finanziamenti alle banche con vincolo di destinazione a favore del credito alle imprese. In tal modo si aiuterebbe il sistema bancario a reperire la liquidita' necessaria a tassi favorevoli che pero' dovrebbe essere obbligatoriamente utilizzata per fornire supporto al sistema delle imprese (quanto meno per le necessita' finanziarie a breve termine).
Bloccare, in un periodo di consumi al collasso, l’inaccettabile aumento della aliquota Iva al 22% prevista per luglio che deve invece tornare indietro all’originario 20%
Sviluppare le imprese sostenendo il mercato del lavoro
Quanto al mercato del lavoro serve una inversione di rotta rispetto ai continui incrementi dei costi diretti ed indiretti sul lavoro, che seguono il progressivo arretramento dello Stato dalla spesa sociale e dai servizi al lavoro. Occorre pertanto: intervenire su costo del lavoro non solo con incentivi a breve, importanti ma non sufficienti, ma con un piano di interventi strutturali da realizzare in un tempo definito e con una riprogrammazione della spesa pubblica; garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per tutto l’anno 2013, individuando le risorse in risparmi di spesa e non come ancora si pensa, utilizzando i contributi che le aziende destinano alla formazione continua da realizzare con i fondi interprofessionali; sviluppare gli incentivi per l’assunzione di giovani e favorirne l’ingresso nel mercato del lavoro anche come imprenditori; al fine di creare nuove opportunità lavorative bisogna consentire alle imprese di utilizzare tutte le forme contrattuali, nel rispetto delle norme di legge, ma senza penalizzazioni".