Vibo: una giornata per non dimenticare gli “eroi silenziosi”
Una giornata per non dimenticare, per imprimere a fuoco nella memoria di tutti il sacrifico di tanti, troppi “eroi silenziosi”, come li chiama Angelo Jannone nel suo libro che hanno perso la vita per compiere il proprio dovere, per servire lo stato garantendo sicurezza ai cittadini.
Divise dietro le quali ci sono uomini e donne che quotidianamente cercano di combattere il malaffare e un illegalità fin troppo diffusa e radicata. Vite che sono state tragicamente spezzate e famiglie martoriate dal dolore.
E’ stato questo il tema al centro del “Memorial Day”, organizzato dal movimento antimafia Ammazzateci tutti, presieduto da Aldo Pecora, dal Sindacato di polizia e dall’associazione ConDivisa, presieduta da Lia Staropoli. L’incontro che si è svolto presso l’auditorium della scuola allievi agenti di Polizia a Vibo Valentia, ha registrato la presenza di numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine che hanno sottolineato quanto sia difficile operare in una terra ostica come la Calabria dove c’è un disperato bisogno di legalità.
Ed è sugli esempi di questi grandi uomini che bisogna costruire un futuro migliore, perché nessun’altra bandiera tricolore avvolga più le bare di uomini, donne, magistrati, carabinieri, poliziotti, caduti mentre svolgevano il proprio dovere.
All’evento ha preso parte inoltre, Rosanna Scopelliti, alla sua prima uscita pubblica come deputato e membro della commissione difesa. Parole emozionanti quelle della figlia del Magistrato Antonino Scopelliti che più che da parlamentare ha parlato da giovane donna che ha vissuto sulla propria pelle il dolore di essere figlia di una vittima del dovere. Suo padre.
“Non dobbiamo mai dimenticarci delle vittime che ci sono state tra le forze dell’ordine – ha chiosato l’On. Scopelliti – non dobbiamo dimenticarci degli uomini e delle donne delle scorte e non dobbiamo dimenticarci che c’è bisogno di più uomini e mezzi, soprattutto in una terra martoriata come la Calabria. Questa giornata mi coinvolge particolarmente, a prescindere da qualsiasi mio incarico, ma sento che è necessario trasformare la commozione e la rabbia che si prova a ricordare determinati momenti in azioni concrete per il mio lavoro. E’ necessario – ha concluso Rosanna Scopelliti – vedere nella divisa un punto di riferimento. Ed è proprio ai giovani che rivolgo il mio appello, non guardiamo alle forze dell’ordine come dei nemici, ma che sono gli unici che ci possono ci aiutare nei momenti di difficoltà. E’ nei commissariati che ognuno di noi si deve recare per chiedere una mano”.
Un evento nell’evento, quello che si è celebrato presso la scuola allievi agenti di Polizia, dove è stato presentato il libro del colonnello dell’arma in congedo, già comandante del Ros, Angelo Jannone. Con “Eroi Silenziosi”, edito da Brossura, l’autore conduce il lettore, attraverso sette racconti autobiografici, lungo una descrizione intima e personale della sua rischiosa vita come difensore a più a diretto contatto con mafiosi e malavita organizzata. Storie che incrociano i più importanti avvenimenti di cronaca degli ultimi trent'anni, scritte da chi in quei giorni era in prima fila, da chi ha vissuto a stretto contatto con simili realtà e ha voluto raccontarle per ciò che sono. “Con questo libro – ha sottolineato Jannone - ho voluto dare voce a quei tanti carabinieri semplici, marescialli che nel silenzio dei loro uffici, lontani dalle luci dei riflettori, sono la linfa vitale dei risultati operati ma anche nelle attività di prevenzione e di sicurezza che tutti i giorni vengono svolte a favore del cittadino. Nel mio libro ho parlato della realtà che conosco, in cui ho vissuto e lavorato per anni, ma non dobbiamo dimenticare tutte le persone della società civile che in maniera disinteressata e spontanea si impegnano a portare avanti la cultura della legalità”.