Ritorna il “Maggio moranese”: un mese di mostre, spettacoli, salotti culturali

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Storia, tradizioni, arte, spettacoli. In una parola: cultura. Radici e identità di un popolo condensati in un fitto carnet di eventi ammannito dall’amministrazione comunale e reso noto nei giorni scorsi. Il “Maggio moranese”, una cosa per palati esigenti. Che rilancia l’idea di uno sviluppo fondato sulla promozione del patrimonio immateriale e la valorizzazione delle peculiarità tangibili esistenti. Aspetti compositi, eppure strettamente correlati.

La kermesse principale, appunto la Festa della bandiera (XII edizione), organizzata in collaborazione con la Proloco, si snocciola su quattro giornate il cui esordio è fissato per venerdì 17 maggio, ore 10, con la Cerimonia del maio, nel parco giochi di via Cappuccini. Si prosegue in serata con l’apertura del Mercato e delle Osterie allestite tra Piazza Maddalena, via Vigna della Signora e via Monacelli. Alle 21, nel complesso monastico di san Bernardino, a cura della compagnia teatrale Sub Umbra, “Beata te che hai creduto”, di Carlo Carretto.

Sabato 18, alle 20, in Piazza Giovanni XXIII, tocca all’Universitas di Morano: il seggio si riunisce per dar vita al colloquio civico e alla successiva investitura del Mastrogiurato/Magistri mercato. Questi, ricevutone mandato, si avvia fiero verso la Vigna della Signora per impartire l’ordine di apertura del Mercato e delle Osterie.

Domenica 19, l’apoteosi: alle 10.00 il Mastrogiurato ordina al Tamburo regio di circolare per la patria, con l’incarico di Battere lo scaramuzzo, quale Formale invito alle famiglie per assistere alle cerimonie. Alle 17.00, da Piazzetta San Nicola, il Mastrogiurato, il Sergente, il Vice e i Giurati, si recano in corteo verso il castello, ove s’incontrano con il Castellano, alla presenza del Notaro, del Giudice e dei Testimoni. Qui s’inscena il rito di consegna dell’antica bandiera Arma murani, con la disposizione per i combattenti di portarla in battaglia. Alle 18.30 il Mastrogiurato ritorna a cavallo con il plotone di guerrieri e annuncia la vittoria sui Saraceni invasori. Alle 20.00, i figuranti in costume d’epoca sfilano per il centro storico, diretti al Convento di san Bernardino per ringraziare il santo e proseguire verso il Forno, ove inalberano la Regia bandiera e festeggiano sino a tarda notte.

Lunedì 20, alle 8 e alle 11, le funzioni religiose in onore del (co)patrono di Morano, san Bernardino; in serata la consueta sagra della frittella e la visita.

Numerose le manifestazioni complementari: esordio fissato per sabato 18 con la Notte dei musei (visita ai padiglioni espositivi del museo di storia dell’agricoltura e della pastorizia, in Palazzo Salmena; e a quelli di arte sacra nella Chiesa del Carmine). E sempre sabato 18, più domenica 19, mostra di gioielli reali, curata dall’associazione Mystica Calabria e dal gruppo Dieci Dita; ed esposizione dei costumi utilizzati nelle prime edizioni della festa.


Sabato 25 e domenica 26, presso l’auditorium comunale, la compagnia teatrale l’Allegra ribalta presenta il musical “Evita per amore”.


Inoltre, dal 1° al 31 tutti i sabati e le domeniche, dalle 10 alle 13 e dalle 17.30 alle 19.30, presso Palazzo Arnone-Scorza mostra di pittura dell’artista Salvatore Di Luca e altre iniziative; stessi giorni stessi orari, nella biblioteca civica, mostra documentale riguardante l’impianto cenobitico di san Bernardino; e vetrina filatelica monotematica sulla “bandiera”.


“Incoraggiati dal grande successo degli anni scorsi, in linea con la nostra idea di riscoperta e valorizzazione delle tradizioni – dichiara il vicesindaco Rosanna Voto - riproponiamo il Maggio della Bandiera. E come nel 2012 lo proiettiamo nel contesto attuale facendo leva sul doppio canale cultura/turismo. L’evento clou, la Festa della Bandiera, arricchita sotto l’aspetto storico, impreziosita da un’originale mostra realizzata nella biblioteca civica, frutto di scrupolosa ricerca su fonti archivistiche, presenta caratteri di continuità e al contempo elementi innovativi che consentono una lettura specifica e consapevole della nostra identità popolare. Non una rappresentazione impersonale e isolata di episodi guerreschi di lontana memoria. Ma al contrario, un progetto che mira alla conoscenza delle proprie radici. Ed è capace di trasformarsi in concreta opportunità di crescita. Per ciò che riteniamo un servizio onesto e dovuto alle nuove generazioni, chiamate a celebrare e giudicare con senso critico il passato”.