Prodotti tipici: passi in avanti per il Pan.Kro
Passi in avanti per il Pan.Kro. il progetto innovativo finalizzato alla valorizzazione del paniere dei prodotti tipici del territorio provinciale di Crotone avviato nel 2010 dall’Amministrazione presieduta da Stano Zurlo attraverso fondi comunitari. Questa mattina, nella sala Giunta della Provincia di Crotone, nel corso di una conferenza stampa sono stati illustrati 3 itinerari legati alle produzioni tipiche locali, ma anche all’identità mitica dei luoghi magici del territorio provinciale, le cosiddette “Vie del Pan.Kro.”. All’incontro con i giornalisti erano presenti il presidente della Provincia Stano Zurlo, l’assessore Domenico Spataro, il dirigente Maria Teresa Timpano, la funzionaria Rosalba Mancini, la stagista Stefania Malerba.
Da ricordare che sul Pan.Kro. sono stati già espletati una serie di adempimenti a cominciare dalla registrazione del marchio territoriale, presso la Camera di Commercio, e la nascita del comitato consultivo per l’utilizzo del marchio. A breve comincerà una campagna di comunicazione. Gli itinerari, intesi come tracciati identitari della Provincia di Crotone traggono spunto da tre principali prodotti tipici. Si tratta del vino, dell’olio d’oliva e del latte con i suoi derivati. Sulle vie dei prodotti principali si innestano ulteriori tipicità come la sardella, il pane, le castagne per rendere il paniere dei prodotti un’esperienza unica.
Per ogni percorso la traccia unificante trae origine dalla storia mitologica che si sposa con elementi reali quali la presenza di aziende, paesaggi, aree di produzione dei marchi registrati. Il percorso diviene quindi architettura base, da implementare progressivamente con contenuti relativi alla fruibilità turistica (ricettività, beni culturali, opportunità di svago) per divenire pacchetto turistico enogastronomico.
GLI INTINERARI
“LA VIA DI DIONISO”, il vino dono degli dei | Nella provincia di Crotone, affacciata sull'azzurro mar Ionio, la “via di Dioniso” è abitata da tempo immemorabile, crocevia di popoli, culture e miti. Nel mondo greco, il vino era considerato un dono degli dei: l’introduzione della coltura della vite viene infatti attribuita a Dioniso, dio del vino, il più giovane figlio di Zeus. Anche gli Ebrei dell’Antico Testamento, che attribuivano a Noè la piantagione della prima vigna, consideravano la vite “uno dei beni più preziosi dell’uomo” ed esaltavano il vino che “rallegra il cuore del mortale” (libro dei Salmi). Con l’avvento del Cristianesimo divenne simbolo del sangue di Cristo. La pittoresca morfologia del territorio e la ricchezza delle sue coltivazioni indusse, probabilmente, i Greci a denominarlo “Enotria” ovvero territorio in cui si coltiva la vite sollevata da terra. Dalle fertili colline che digradano dolcemente verso il mare, alle vallate, fino alle coste soleggiate battute dalla brezza marina, l'area è costituita da terreni ben esposti, fertili, ideali per la coltivazione della vite.
La “strada di Dioniso", che si snoda lungo vigneti, cantine e aziende agricole, viene individuata in territori di particolare interesse naturalistico, culturale e ambientale. I Comuni che delineano il percorso sono: Crucoli, Cirò, Cirò marina, Melissa, Carfizzi, Strongoli, Casabona, Scandale, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Crotone, Rocca di Neto, Roccabernarda. Sono luoghi con peculiarità diverse, accomunati dalla presenza di un territorio variegato e fertile, con caratteristiche pedoclimatiche uniche, che hanno permesso ai suoi vini di acquisire marchi di qualità quali DOC Cirò, DOC Melissa, DOC Isola di Capo Rizzuto, IGT Calabria, IGT Val di Neto, IGT Lipuda, frutto della pregiata coltivazione autoctona del gaglioppo, solo o in connubio felice con altre varietà presenti nei nostri rigogliosi vigneti.
“LA VIA PANATENEA”, la terra generò l’ulivo | Seguendo il richiamo dell’olivo e dell’olio, percorriamo la via Panatenea, attirati dalle tracce millenarie dell’olivicoltura, dalla tradizione culturale e storica dei luoghi, dai suggestivi borghi medievali, dalle chiese bizantine, dalle reminiscenze della gloria Magno-greca, dal silenzio degli insediamenti Basiliani, dall’artigianato tipico ai numerosi frantoi che, generosamente, ci aprono le loro porte. Attraversando immense distese di ulivi che incorniciano l’itinerario, forte è la suggestione del mito entro il quale l’olio assume grande valenza simbolica. Sin dalla sua comparsa l’olivo era ritenuto di origine divina e l’olio assunse nei secoli significati diversi e valenza mistica. Gli antichi greci facevano risalire la creazione dell’olivo all’aspra contesa tra Atena e Poseidone per il possesso dell’Attica. Secondo il mito, Zeus, il padre degli dèi, cercò di mettere pace tra i due stabilendo che il possesso di quella terra sarebbe andato a chi avesse offerto il dono più bello e utile all’umanità. Durante la sfida, Poseidone scagliò il suo tridente contro una roccia dalla quale all’improvviso sgorgò acqua salata. Atena allora, percosse la terra, che generò un albero bello e utile, l’ulivo.
In ricordo della vittoria di Atena furono istituite le feste panatenee. L'olivo è anche simbolo di pace e rinnovamento; non è una coincidenza che la colomba che Noè inviò dall'arca ritornò con un ramo verde d'ulivo ad indicare il ritorno della pace sulla terra ed il rinnovamento della sua fertilità. L’olio è presente anche nel mondo magico in rapporto al malocchio il cosiddetto “affascinu” fascinazione un rito ancestrale eredità antropologica del Meridione. La “Via Panatenea” è l’itinerario che unisce Savelli, Cerenzia, Pallagorio, San Nicola dell’Alto, Verzino, Castelsilano, Casabona, Belvedere Spinello, Santa Severina, San Mauro Marchesato, Petila Policastro, Cotronei, Caccuri, Mesoraca, Strongoli, Rocca Bernarda, paesi della provincia di Crotone alcuni dei quali, situati nell’alto crotonese, rientrano nell’area di produzione del marchio di qualità DOP “Alto crotonese”. In gran parte del territorio si possono ammirare meravigliose distese di uliveti, con peculiarità qualitativamente alte, si può sentire nell’aria il profumo dell’olio fresco provenire dai frantoi e gustare sul pane fresco le fragranti ed inconfondibili note gustose dell’ “unguento” della nostra terra.
“LA VIA DELLE NINFE “L’arte di trasformare il latte | La leggenda narra che un pastore errante per poter trasportare il latte lo mise in una sacca ricavata dallo stomaco di un agnello. Il caglio già presente, per natura, all’interno della sacca e il calore del sole, combinandosi, resero possibile la separazione tra siero e cagliata dando vita ad una delle più pregiate produzioni del lavoro dell’uomo in armonia con la natura, il formaggio. La mitologia greca attribuisce la scoperta del formaggio alle Ninfe, le quali avrebbero insegnato ad Aristeo, figlio di Apollo, l’arte di trasformare il latte. L’allevamento di bestiame spinse gli Achei a cercare territori dai pascoli dolci, proprio lungo la costa ionica, in Magna Grecia. Il territorio in cui si snoda “La via delle Ninfe” è caratterizzato dalle tipiche colline di argilla e dalla fascia montana che va dalla Sila Piccola alla Sila Grande. Un’ area geografica che condivide molti aspetti: gli altopiani silani sono in gran parte i pascoli naturali estivi per le greggi stanziate sulle colline comprese fra i monti e il mar Jonio. È la natura a dare il tocco di originalità grazie alle essenze vegetali fresche, che offrono al formaggio varietà di sapore e odore unici.
La specificità dei prodotti è data dalla qualità organolettica del formaggio, le cui caratteristiche sono ben definite e riconoscibili grazie allo spostamento stagionale delle greggi dai pascoli in quota a quelli posti ad altitudini più basse in cerca di erbaggi. È la transumanza, una forma di allevamento antica le cui origini si perdono nel tempo, sui tratturi, percorsi in terra battuta, che permettevano agli uomini e agli animali di raggiungere i pascoli estivi. Una realtà economica, culturale, sociale, antropologica, che ha segnato profondamente il territorio della provincia di Crotone e che si lega, dunque, a molti aspetti della sua cultura, materiale e immateriale. La “Via delle Ninfe” è un itinerario che attraversa Umbriatico, Petilia Policastro, Mesoraca, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Crotone, Belvedere Spinello, Castelsilano, realtà in cui è possibile apprezzare l’unicità del pecorino crotonese e ammirare le mandrie della razza bovina podolica del Marchesato, il cui latte è l’unico a poter essere utilizzato, secondo disciplinare di produzione, per produrre il caciocavallo silano D.O.P..