Vibo, truffa all’Inps: scoperti 200 falsi braccianti agricoli
I Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, durante indagini di Polizia Giudiziaria e Tributaria volte a tutela della spesa pubblica nazionale ed effettuate nell’ambito dell’Operazione “Campi Elisi” che nell'ottobre 2012 aveva portato alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria di circa 200 soggetti, tra titolari di aziende agricole e presunti “falsi braccianti agricoli”, hanno scoperto un’altra "ulteriore redditizia frode ben studiata ed articolata, messa in pratica da imprenditori agricoli operanti nel vibonese".
Quest'ultimi, secondo gli inquirenti, avrebbero permesso a circa 200 persone, di ottenere il pagamento di indennità di disoccupazione, malattia o altri benefici di natura agricola per un importo totale pari a quasi un milione di euro, negli anni che vanno dal 2006 al 2011 e mediante la fittizia comunicazione all’Inps di falsi braccianti agricoli perpetrata tramite la predisposizione e l’esibizione ad Enti pubblici di atti falsi o la moltiplicazione esponenziale delle giornate lavorative effettivamente effettuate.
Più in particolare, sarebbe emerso che gli ideatori della truffa avrebbero prodotto all’Ente preposto atti da considerarsi a tutti gli effetti non validi in quanto contenenti firme false, nonché comunicazioni di assunzione di manodopera agricola tutte a nome e per conto di ignari proprietari dei terreni agricoli adibiti a coltivazioni varie quali uliveti ed agrumeti, fino a comunicare l’esistenza di coltivazioni di pomodori e fagioli che sarebbero assolutamente immaginarie, o ovini e bovini che avrebbero pascolato in campi inesistenti.
Il sistema di truffa scoperto dai Finanzieri della Compagnia di Vibo, che gli inquirenti considerano "quasi una prassi nel contesto economico vibonese", avrebbe permesso di rilevare la fittizia denuncia di più di 29 mila “giornate agricole” (equivalenti a circa 80 anni), non realmente effettuate da soggetti che, nel frattempo, "avrebbero svolto impunemente altre attività lavorative o semplicemente percependo redditi dallo Stato senza prestare la propria opera".
La maxitruffa ha portato alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria dei soggetti autori della stessa, accusati di reati che vanno dal falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, alla truffa aggravata.
Gli ulteriori risultati ottenuti dalle Fiamme Gialle hanno quindi permesso di scoprire in pochi mesi complessivamente circa 400 soggetti segnalati e quasi 2 milioni di euro di truffa all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.