Referendum giustizia, radicali calabresi a Napoli per la raccolta firme

Calabria Politica

Anche una delegazione di calabresi sarà a Napoli, con Marco Pannella, domani, domenica 16, in Piazza del Plebiscito da dove inizierà la raccolta firme in tutta Italia per i Referendum sulla Giustizia giusta: responsabilità civile dei magistrati, separazione della carriere, riforma della custodia cautelare oggi utilizzata per far scontare preventivamente la pena, separazione delle carriere e abolizione dell'ergastolo ostativo che vuol dire “fine pena mai” e che è in palese contrasto con l'articolo 27 della nostra Costituzione che parla di rieducazione e reinserimento di chi ha sbagliato.

Lo conferma Giuseppe Candido, militante calabrese del Partito Radicale tra i primi firmatari dell'appello di Marco Pannella e del Comitato promotore dei 5 referendum sulla Giustizia giusta. “Anche noi” - sottolinea - Candido, “riteniamo imprescindibile sostenere innanzitutto l’assoluto (tanto quanto abusivamente negato) diritto costituzionale e democratico degli italiani di conoscere – attraverso grandi pubblici confronti – gli argomenti favorevoli e quelli contrari per potersi esprimere sui contenuti referendari, a partire dalla altrimenti troppo difficile, per non dire impossibile, raccolta delle 500.000 firme di elettori necessarie per indirli. I 5 quesiti referendari sulla Giustizia” – continua Candido – “si vanno ad aggiungere a quelli su divorzio breve, su lavoro e immigrazione clandestina, sull'abolizione del carcere per i fatti di droga di lieve entità e l'abolizione (vera) del finanziamento pubblico ai partiti, la cui raccolta firme è iniziata anche in Calabria la scorsa domenica”.

“Questioni sociali urgenti” secondo i radicali, e su cui “la politica non decide e che vorremmo sottolineare alla stampa e all'opinione pubblica con una grande manifestazione nazionale finalizzata, appunto, a sostenere gli obiettivi, le ragioni e gli strumenti referendari e le altre iniziative di lotta nonviolente che sono in corso (Pannella è già in sciopero della fame da domenica scorsa ed ha preannunciato anche quello della sete), con l’arma gandhiana che noi Radicali siamo abituati ad utilizzare contro quella che è, invece, una vera e propria violenza di Stato contro il suo popolo”.

Affinché la raccolta delle 500.000 firme abbia successo, conclude Candido “è necessario però che la gente sia adeguatamente informata sui quesiti da chi ha (o almeno avrebbe), oltreché il dovere morale, anche l'obbligo di legge di farlo nell'ottica del far conoscere per deliberare”.