Operazione Old Family: confermati gli arresti per 34 persone
Nel pomeriggio di ieri la Squadra Mobile di Crotone ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere, a carico di 33 persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi comuni da sparo e traffico di stupefacenti. È stato posto, inoltre, agli arresti domiciliari Corrado Valsavoia, 24 anni; mentre il 22enne Marco Taverna, alla misura cautelare dell’ obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il provvedimento, fa seguito a quello emesso il 25 maggio scorso dalla D.D.A. di Catanzaro, in base al quale erano state tratte in arresto 35 persone, ed arriva dopo circa tre anni di attività investigativa, confluite in due informative di reato depositate nel dicembre del 2011 e nel mese di aprile di quest’anno.
L’indagine ha permesso di delineare il nuovo assetto criminale della cosca Vrenna-Ciampà-Bonaventura e di identificare i nuovi accoliti e fiancheggiatori, nonché gli attuali rapporti e accordi vigenti con la cosca Megna dei cosiddetti “Papaniciari”. In particolare, l’indagine ha disvelato il nuovo assetto organizzativo della cosca crotonese, retta da Gaetano Ciampà 67 anni, detto “Barba”, divenuto l’unico interlocutore delle altre organizzazioni criminali della provincia, quali i Farao-Marincola di Cirò ed i Grande Aracri di Cutro.
Sono stati raccolti numerosi ed inconfutabili elementi di prova in ordine a svariate estorsioni poste in essere dalla consorteria mafiosa in danno degli operatori commerciali di Crotone. È stato documentato il capillare controllo della cosca nell’attività del trasporto dei componenti delle pale eoliche scaricati e stoccati in una zona del porto di Crotone, mediante atti intimidatori volti a favorire talune imprese impegnate nel trasporto di dette componenti a discapito di altre, in cambio del versamento di somme di denaro e di assunzioni di soggetti vicini alla cosca all’interno dell’area portuale e per lo svolgimento dei servizi di scorta dei trasporti eccezionali.
L’attività tecnica ha consentito di delineare ancheil ruolo verticistico rivestito da Egidio Cazzato all’interno della consorteria criminale crotonese, e ricostruire gli attuali rapporti e accordi con la cosca confederata Megna di Papanice, con la quale è stata anche realizzata una “cassa comune” dove far confluire tutti i proventi delle attività illecite, specie delle estorsioni operate sulla città di Crotone, che vengono divisi in cinque parti.
Cazzato, nonostante detenuto,perchè condannato in secondo grado a 21 anni di reclusione, ha continuato ad esercitare la sua egemonia mafiosa, tramite i figli, a cui dava direttive per il compimento di azioni delittuose, soprattutto nel campo delle estorsioni in danno degli operatori commerciali di Crotone, e sui rapporti da tenere con la cosca Megna di Papanice, alla quale venivano versati regolarmente parte dei proventi dell’attività illecita.