Cronaca di due salvataggi della capitaneria di porto di Crotone
Riceviamo e pubblichiamo la cronaca di due salvataggi proposta dalla capitaneria di porto di Crotone.
"Questa la cronaca. Due amici in vacanza a Catanzaro Marina nel tardo pomeriggio decidono di uscire in mare con al loro piccola unità di 5 metri . Mollano gli ormeggi e si dirigono fuori dal porto. Dopo un po’ il motore si spegne e non riparte più. Realizzano che oltre ai giubbotti di salvataggio di non avere a bordo nessuna dotazione di sicurezza ed è già notte. Spira un vento terso da nord che li porta verso il largo lontano dalla costa. L’unica cosa di cui dispongono, grazie alla batteria, è la possibilità di accendere le luci di navigazione e un piccolo proiettore posto sulla tuga. Sono le 21 le condizioni meteo sono mare 3 da nord che li fa rollare in maniera accentuata. La loro fortuna è che il titolare di un bar vede queste luci e avvisa la guardia costiera. Partono i soccorsi una squadra da terra esce da Catanzaro Marina e una vedetta SAR da Crotone. I due sprovveduti alle ore 22,25 circa vengono avvistati. Le condizioni del mare non consentono il trasbordo per cui l’unità viene rimorchiata al porto di Catanzaro Marina. Tutto è bene quel che finisce bene.
Ma cerchiamo di raccontarla in maniera diversa.
Oggi di turno con la M/V SAR a Crotone ci sono Salvatore, Pino e Peppe. Data la bravura di Peppe ai fornelli decidono di preparare per cena la pizza e ovviamente lo spirito marinaro allarga gli inviati ad altri colleghi in riposo e tra questi ci sono anche io. Appuntamento per le ore 20.45. Arriviamo alla spicciolata e la prima teglia di pizza è pronta da infornare. Si ride e si scherza in questa fresca serata di inizio estate. “Mike 2 (nome in codice della M/VCP 873) da Sierra Oscar (nome in codice della Sala Operativa)” gracchia la radio VHF portatile,”… probabile unità alla deriva al largo di Catanzaro Marina, uscite in mare vi daremo istruzioni”. Pino, il direttore di macchina avvia i motori, Salvatore, il comandante dell’unità, accende la strumentazione, Peppe, il motorista, si prepara a mollare le cime: 6 minuti e il grido LIBERI risuona. Lentamente per completare il riscaldamento dei motori si esce dal porto ma già fuori dalle ostruzioni il mare si sente. Si procede con rotta 170° velocità 26 nodi, superata Capo Colonna il mare è formato, 3 in aumento da Nord, Salvatore, usa tutta la sua esperienza per non far prendere scrollate alla vedetta. Intanto fervono i contatti radio sia con Sierra Oscar che con la pattuglia e si apprende che le luci da almeno 45 minuti non si vedono più, l’ultimo contatto visivo era una luce verde in direzione sud rispetto al lungomare alla distanza stimata di circa 1.5 miglia dalla costa. Siamo quasi in zona e ancora il radar non batte nulla, solo qualche falso eco provocato dalle onde. Occhi aperti a guardare raccomanda Salvatore. Si prosegue. Siamo quasi un’ora di navigazione e ancora nulla. Eccola, luce verde a ore 13 (indicazione in gergo che significa a prora leggermente a destra), ci si dirige verso la zona e dopo 2 minuti e l’imbarcazione alla deriva è raggiunta. Siamo a 4 miglia a Sud del porto di Catanzaro Marina e 2 miglia al largo. I due indossano il giubbotto di salvataggio, sono infreddoliti e spaventati. Hanno il motore in avaria. Il mare non consente il trasbordo occorre per forza rimorchiare la barca si passa la prima cima che i due fissano alla loro barca in modo maldestro (si dice poca cima poco marinaio), allora Pino e Peppe avvicinano la barca in avaria e rapidamente legano un’altra cima. Una spinta col piede e la allontanano di 20 metri. Si inizia a trainare, velocità 4/5 nodi, dopo 1 ora circa si è in entrata in porto. Emergenza finita.
La squadra di terra identifica i due naufraghi e verifica che i due non avevano alcuna dotazione per richiedere soccorsi, solo l’intuito del titolare del bar e la bravura dell’equipaggio della motovedetta ha evitato che un tranquillo pomeriggio in mare si trasformasse in un brutta avventura.
I due sprovveduti sono salvi, riportano a casa tanta paura, i controlli successivi evidenziano che a bordo non avevano le dotazioni di sicurezza che consentono di richiedere aiuto e neanche una radio o un cellulare. Il mare difficilmente perdona chi sbaglia.
Questa, naturalmente, è una storia inventata però è probabile che qualcuno di voi si riveda in questi fatti, perché sono tratti dall’esperienza quotidiana in Capitaneria e sono la sintesi di tanti fatti veri realmente accaduti che conservo nella mia memoria. Quindi ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale.
La sicurezza in mare inizia dalla responsabilità e il buon senso. Il rispetto della legge oltre ad essere dovere di ogni cittadino è la massima espressione della diligenza e del buon senso. Il diportista che rispetta la legge e le disposizioni sulla sicurezza rispetta la sua vita e quella dei suoi ospiti.
Se poi qualcosa dovesse andare storto interveniamo noi della Guardia Costiera e il nostro intervento avrà maggiori possibilità di riuscita se chi va per mare ha tutti gli strumenti necessari per richiedere soccorso.
Prima di uscire in mare effettate sempre la check list delle dotazioni di sicurezza, verificate di avere a bordo il carburante necessario per la navigazione che intendete effettuare, avvisate sempre qualcuno a terra che state per uscire i mare e dove intendete andare, accertatevi delle condizioni del mare, portate con voi una radio vhf o un cellulare dove avrete memorizzato il numero di soccorso 1530….. In caso di emergenze in mare non esitate a comporlo, ci sarà sempre un militare della Guardia Costiera pronto ad intervenire".