Madre parroco uccisa in casa a Belvedere, un arresto

Cosenza Cronaca

I carabinieri avrebbero individuato e arrestato il responsabile dell'omicidio della madre di Don Marcello Riente, parroco della frazione Laise di Belvedere Marittimo. Il fatto avvenne il 4 gennaio scorso. La donna, Iolanda Nocito, sarebbe stata uccisa a seguito di una rapina.

Lo stesso Don Marcello, nell'ottobre del 2012, era stato vittima di un feroce pestaggio, da parte di uno sconosciuto. I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà questa mattina, alle ore 10,30, al comando provinciale dei carabinieri di Cosenza. (AGI)

11:23 | Si chiama Filippo D'Aprile, 52 anni, l'uomo, incensurato, fermato dai carabinieri per l'omicidio dell'ottantenne Iolanda Nocito. I militari sono giunti a lui dopo sei mesi di serrate indagini e dopo aver ascoltato i racconti e le testimonianze di diverse persone del luogo. L'uomo sarebbe stato individuato anche grazie anche alle tracce di Dna lasciate sul luogo del delitto.

13.30 | Il mistero della morte di Iolanda Nocito, l'anziana donna, madre del parroco don Marcello Riente uccisa nel suo appartamento di Belvedere Marittimo il 4 gennaio scorso, sarebbe stato risolto. Filippo D'Aprile, 52 anni, l'uomo fermato stamane dai carabinieri, sarebbe entrato in casa utilizzando le chiavi prese dall'abitazione della suocera, che coabita nella stessa palazzina della vittima. Le due erano molto amiche e probabilmente, secondo quanto riferito dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa, si scambiavano le chiavi, per sicurezza. Sicurezza stavolta fatale. A fornire i particolari della vicenda, nel corso di una conferenza stampa, sono stati il procuratore di Paola Bruno Giordano, ed il colonnello Francesco Ferace, comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza. D'Aprile sarebbe stato a a conoscenza di una ingente somma depositata nella cassaforte della vittima ed avrebbe deciso di impadronirsene. Per questo sarebbe entrato in casa della donna ottantenne, che pero' non gli ha detto dov'era la chiave, trovata successivamente dagli inquirenti in un cassetto. L'assassino l'avrebbe quindi seviziata con un taglierino fino a causarne la morte.

Grazie agli esami su alcuni reperti trovati sul luogo del delitto eseguiti dai Carabineiri del Ris di Messina, si sarebbe provata la colpevolezza di D'Aprile, amico di famiglia e ritenuta persona di fiducia dal sacerdote e dalla madre. Lo stesso D'Aprile sarebbe stato anche l'autore del pestaggio a Don Marcello Riente, avvenuto nell'ottobre del 2012. Avrebbe bussato a casa del prete e, forse sorpreso per averlo trovato in casa, quando si aspettava che ad aprirgli fosse la madre, lo avrebbe aggredito. Sia l'omicidio che il pestaggio, hanno chiarito gli inquirenti, sono avvenuti in un momento in cui la suocera del presunto omicida non era a Belvedere, ma si era recata in visita da alcuni parenti lontani.

Avrebbe avuto dei complici Filippo D'Aprile. E' quanto emerge dalle indagini che hanno portato al fermo del presunto omicida, commerciante molto noto nel centro tirrenico cosentino. Secondo la ricostruzione dell'accusa Filippo D'Aprile si sarebbe introdotto nella casa di Iolanda Nocito e del figlio don Marcello Riente, mentre quest'ultimo era assente per celebrare la messa. Assieme a lui altre persone al momento non identificate, per impossessarsi del denaro che pensava fosse tenuto nella cassaforte presente nell'abitazione dei due. E avrebbe colpito a calci e pugni l'anziana mamma del prete che si rifiutava di aprire la cassaforte. (Agi)