Scelse il suicidio assistito. Autopsia: D’Amico non era malato
Sconcerto, stupore, indignazione. E’ quello che suscita la storia del magistrato Pietro D’Amico, 62 anni, di Piscopio, in provincia di Vibo Valentia che ad Aprile scorso, dopo la diagnosi di un male incurabile, ha lasciato moglie e figlia per recarsi a Basilea, in Svizzera perché all’inerme attesa della morte, ha preferito il suicidio assistito. Ma a pochi mesi dalla sua tragica morte, si scopre che il magistrato D’Amico non soffriva di alcuna patologia incurabile, dichiarata da alcuni medici Italiani e osservata dai medici Svizzeri. Una storia drammatica, approfondita ai nostri microfoni, dall’avvocato Michele Roccisano, legale della moglie.