Camera di Commercio di Crotone: i dati sulla demografia delle imprese artigiane
L'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Crotone ha elaborato i dati relativi alle iscrizioni, cessazioni e variazioni delle imprese artigiane intervenute nel corso del secondo trimestre del 2013 (Movimprese). Tali elaborazioni rientrano tra le diverse attività di analisi e studio messe in atto dall´ente camerale al fine di approfondire la conoscenza del sistema economico provinciale sia in chiave strutturale che congiunturale. I dati sulla demografia delle imprese, unitamente agli altri dati forniti nel corso dell'anno, consentono alle istituzioni operanti sul territorio di tastare il polso dell'economia locale e programmare idonei interventi per lo sviluppo della provincia.
Continuano a soffrire le imprese artigiane
Nel II trimestre 2013 si registra una diminuzione nello stock delle imprese artigiane che scendono a quota 3.279 con una perdita di 15 unità rispetto al dato consolidato del trimestre precedente. Le 59 nuove iscrizioni sono state inferiori al numero di cessazioni (74) ed hanno fatto registrare un tasso di sviluppo negativo pari al -0,30% che colloca la nostra provincia in 85^ posizione nella relativa graduatoria nazionale per tasso di sviluppo.
“L’artigianato rappresenta una delle forme di impresa più diffuse nel territorio provinciale insieme ad agricoltura e commercio – sono le parole del Presidente camerale Vincenzo Pepparelli – I dati, ed in particolare il numero di chiusure che sovrasta quello delle aperture, dimostrano, se ce ne fosse bisogno, l’attuale crisi. La chiusura di un’attività artigiana comporta la cessazione di imprese che basano la propria attività sul saper fare, sulla gestione familiare, sulla presenza di organico che valorizza il territorio. Nella chiusura oltre a questioni di natura economica è presente anche l’impossibilità di tramandare un mestiere alle giovani generazioni (probabilmente perché per lungo tempo è stato percepito come poco appetibile)”.
“E’ necessario – prosegue Pepparelli – creare misure incentivanti il passaggio generazionale delle imprese, la successione d’impresa (credito; formazione apprendistato), l’avvio di nuova imprenditorialità artigiana. In aggiunta è necessario puntare alla ripresa dei mestieri tradizionali e, al contempo, all’integrazione nei cicli produttivi delle nuove tecnologie che comporti la creazione di nuove imprese ma anche di nuovi mestieri”.