Peperoncino jazz festival, concerto degli Hobby horse a Villapiana
Al Peperoncino Jazz Festival, a Villapiana, Hobby Horse in concerto.
Dan Kinzelman - sassofono, clarinetti, flauti, tastiere, percussioni, voce, Joe Rehmer - contrabbasso, tastiere, voce Stefano Tamborrino - batteria, percussioni, voce.
Dopo l’uscita del recente album d’esordio “Eponymous” per la Parco della Musica Records, gli Hobby Horse si esibiranno domenica 4 agosto alle ore 22:00 al Peperoncino Jazz Festival di Villapiana (CS). Il concerto, ad ingresso gratuito, avrà luogo nel suggestivo centro storico del comune calabro e precisamente presso Piazza Carducci.
Trio composto da alcuni tra i più quotati musicisti della generazione emergente in Italia, Dan Kinzelman e Joe Rehmer, entrambi americani ora residenti in Umbria, e Stefano Tamborrino, batterista di Firenze, il loro live sarà un incrocio coinvolgente tra improvvisazione ipnotiche ed esplosiva dinamicità, con incursioni free jazz, ambient e rock unite a sprazzi di musica elettronica. Una profonda ricerca delle possibilità sonore, come testimonia il loro lavoro “Eponymous”, per un repertorio che proporrà principalmente pezzi originali composti appositamente per la formazione, con l’aggiunta di qualche brano di autori come Tom Waits, Robert Wyatt e Thelonius Monk.
L’interplay del gruppo è di livello altissimo e gli anni di esperienza condivisa hanno reso possibile un dialogo fresco, coinvolgente e sorprendente tra i musicisti. Nati nel 2008 con un repertorio ben radicato nella tradizione, gli Hobby Horse si sono subito mossi verso nuovi orizzonti nuovi. Durante gli ultimi anni hanno esplorato i propri limiti timbrici utilizzando strumenti inusuali (flauti di latta e a coulisse, glockenspiel, melodica, sintetizzatori ed altri) e sperimentando l’uso della voce, fino ad ottenere una ricchezza sonora quasi orchestrale e un impatto sorprendente per una formazione così piccola.
“La loro musica è impossibile da inserire in una qualsiasi corrente riconoscibile. È piuttosto un ibrido, tanto improbabile quanto bizzarramente coerente...i tre sanno interagire creativamente in qualunque frangente...”. Sergio Pasquandrea, Jazzit
“Amano avanguardie e sperimentazione, ma hanno anche un’anima candida ed innocente che dona alle loro composizioni un aspetto quasi fanciullesco. Avete presente Ornette Coleman o il miglior Albert Ayler? Siamo da quelle parti...gran bel disco, questo 'Eponymous'...”. Marco Crisostomi, Audio Review