FdI Crotone: “L’Apollo è un bene comune da tutelare”
“Con viva apprensione stiamo seguendo la vicenda che contrappone i gestori del cinema-teatro Apollo ai proprietari degli appartamenti confinanti. Come si sa, attualmente l’Apollo è l’unica struttura teatrale della città, in attesa che tra qualche millennio vengano completati i lavori per il nuovo teatro iniziati al tempo della spedizione dei Mille e ancora non terminati. Certamente, quando e se la nuova struttura sarà finita, essa sarà già vecchia e cadente.- Si legge in una nota della Costituente cittadina Fratelli d’Italia - E sarà stato sprecato tanto denaro pubblico. Ma così vanno le cose in questa nostra realtà. Ora è chiaro che una sospensione o, peggio, una cessazione dell’attività dell’Apollo sarebbe una catastrofe culturale e civile per tutto il territorio.
Siamo, non dimentichiamolo, agli ultimi posti per quanto riguarda i consumi culturali in Italia. Si legge poco, abbiamo due sole librerie, che vendono soprattutto nelle feste natalizie e all’apertura dell’anno scolastico. Da poco tempo sappiamo che sta per chiudere anche la storica libreria delle Edizioni Paoline. Sono rimasti due cinema, quando fino a qualche decennio fa avevamo pure i cinema all’aperto, che proiettavano d’estate. Capiamo che i tempi mutano, che poi è arrivata la tv, ora la rete, il satellitare, il digitale e quant’altro.
Ma il teatro si fa lì, al teatro, sul palcoscenico, con i camerini, la platea, gli attori, le scene. Nell’incertezza del futuro, quale impresa può programmare la sua attività e concludere contratti? Questo è appunto il periodo in cui si organizza la stagione prossima, si prendono accordi con le compagnie, si allestiscono i calendari, si prenotano le pellicole. C’è il rischio che tutto possa saltare, e non dimentichiamo che la struttura dell’Apollo viene anche utilizzata dalle scuole di danza per i saggi di esibizione, dagli istituti scolastici per le recite di fine anno e per attività culturali, dalle pubbliche amministrazioni per iniziative istituzionali.- Continua la nota - Stiamo parlando, insomma, di un cinema-teatro che a pieno titolo, e basta consultare un qualsiasi archivio fotografico, fa parte della storia moderna della città, che ha accompagnato e sostenuto nella sua evoluzione culturale, nelle sue sensibilità sociali, nelle sue aspirazioni a una dimensione di crescita civile consona alle sue tradizioni e alla sua vicenda storica.
La sala riempita di fumo, la corsa al posto nei film di maggiore richiamo, la mascherina con la torcia che ti indicava la poltroncina, il ragazzo con le bibite e le caramelle, il caldo d’estate anche con i ventilatori in azione, le famiglie che la domenica andavano al cinema insieme con una gran fatica a tenere buoni i bambini, e poi le riviste, le pellicole che hanno fatto la storia del cinema italiano, sono tanti i ricordi che affollano la mente di ciascuno di noi e che ci portano a una sola conclusione: salvare l’Apollo, impedirne, così come fu all’inizio degli anni Ottanta, la chiusura.
Nel massimo rispetto per i diritti dei vicini confinanti, bisogna capire che lì l’Apollo non è sorto ieri, che esiste dai primi del Novecento, che una città che ambisca a una qualità della vita degna di una società evoluta e moderna non può privarsi dell’unica possibilità di poter accedere a consumi culturali altrimenti inibiti.
Ciascuno nell’ambito delle proprie responsabilità faccia il possibile per evitare quella che sarebbe per tutti noi un’autentica vergogna e la certificazione definitiva che siamo una comunità sul punto di chiudere definitivamente i battenti, travolta dalla povertà economica e dall’incapacità di tutelare le tracce della sua memoria. – Conclude la nota - Ci auguriamo che ci sia una consapevolezza in tutti del danno a cui si andrebbe incontro e che si arrivi, anche con il concorso delle istituzioni, a individuare una soluzione che salvaguardi le esigenze di tutti, ma in particolare il diritto irrinunciabile dei crotonesi ad avere un loro teatro e a usufruire di eventi culturali, già dai prossimi mesi, degni di un capoluogo di provincia che si rispetti.”