‘Ndrangheta, blitz della Dia contro le cosche in Piemonte: 12 arresti
La Dia di Torino sta effettuando da stamane un'operazione contro la 'ndrangheta in collaborazione con i Centri Operativi di Milano, Genova, Roma, Reggio Calabria e con il personale dell'Arma dei Carabinieri. Almomento si stanno eseguendo otto ordinanze cautelari e diverse perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Lazio e Calabria nei confronti di un'agguerrita cosca platiota da anni operante in Piemonte.Nel frattempo sono stati sequestrati anche terreni, abitazioni e quote societarie ritenute riconducibili alla cosca dei Marando.
Il blitz ha riguardato, oltre a quella dei Marando, anche le famiglie Perre e Trimboli. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di riciclaggio di denaro proveniente da attività delittuose e dell'omicidio di Antonio Stefanelli, Antonino Stefanelli e Franco Mancuso, avvenuto nel 1997 a Volpiano (Torino). Il triplice omicidio fu ordinato secondo le indagini nell'ambito di una faida. I tre corpi non furono mai ritrovati.
C'e' anche un insegnante/educatrice che svolgeva attivita' nel carcere di Rebibbia tra gli arresti eseguiti. Maria Tassone, 45 anni, originaria di Fabrizia (Vv) era, infatti, in contatto con Domenico Marando, recluso da anni, che aveva assunto il ruolo di reggente della famiglia dopo la latitanza del fratello Pasquale, riuscendo ad inviare ambasciate all'esterno. Oltre a fare da "portaordini" la donna insieme al marito Francesco Filardo, 47 anni, di Roma e al fratello Francesco Tassone, 47 anni, si occupava di riciclare il denaro che la Cosca aveva accumulato negli anni con il narcotraffico e, quindi, di gestirne i frutti.
La famiglia Tassone-Filardo si era cosi' affiancata nella gestione del patrimonio al geometra Cosimo Salerno, 49 anni, originario di Bianco, residente a Milano, anche lui arrestato nell'operazione, che sin dai primi anni 2000 curava gli interessi dei Marando investendo il denaro sporco in attivita', imprese di costruzione e gestione immobiliare. I complessivi 12 arresti, che sono stati eseguiti sono il risultato di due distinte operazioni: una e' quella che riguarda il triplice omicidio di Volpiano, il secondo filone e' inerente le attivita' di riciclaggio compiute da esponenti della famiglia Marando e di loro fiancheggiatori.
Perquisizioni e arresti sono stati fatti a Torino, Volpiano, Novara, Olbia, Roma, Plati' e Sant'Ilario dello Ionio. Nel corso dell'operazione sono stati scoperti in provincia di Reggio Calabria cinque bunker nascosti all'interno di abitazioni di soggetti gravitanti attorno alla famiglia Marando. Alcuni sono risultati inutilizzati da tempo, altri, invece, ancora in funzione.
I carabinieri di Torino, insieme ai colleghi di Reggio Calabria e allo Squadrone Cacciatori li hanno individuati, ben nascosti, all'interno delle residenze: un'entrata, ad esempio, era coperta da una cassetta piena di bottiglie al di sotto della quale c'era la botola con i gradini. Alcuni dei nascondigli erano solo un'intercapedine di 8 metri quadrati, che serviva per le "emergenze", predisposti cioe' per rimanerci non piu' di qualche ora in caso di perquisizioni; in altri casi i bunker erano grandi 80 metri quadri, suddivisi in quattro vani con tanto di cunicoli per l'aerazione e vie di fuga.