DIRITTO DI REPLICA | Inchiesta Asp, le precisazioni dell’avvocato Luigi Fraia
Riceviamo e pubblichiamo nota dell’avvocato di Rossano Luigi Fraia “in riferimento alle notizie apparse sulla stampa e in generale sui mass media, che riferiscono di un’indagine della Procura della Repubblica di Cosenza riguardanti consulenze d’oro e irregolari all’Asp (azienda sanitaria provinciale) della stessa città, in cui il sottoscritto viene indagato, occorre precisare che”:
1) non ero consulente dell’Asp di Cosenza, (e ci sono delibere al riguardo che lo attestano), pertanto non occorreva nessuna preventiva autorizzazione regionale;
2) non sono mai stato dipendente o dirigente dell’ASP ne beneficiario dell’art 15 septies del d. lgs. 502, ossia non ho mai stipulato contratto a tempo determinato e/o rapporto di lavoro esclusivo ;
3) non ho mai coperto posti nella dotazione organica;
4) la convenzione che mi riguarda, iniziata poiché l’unico avvocato dell’ex ASL 3 di Rossano era in congedo per maternità e proseguita per l’elevato contenzioso in essere, in cui ho espletato la mia attività di libero professionista, ha consentito all’Azienda Sanitaria di risparmiare centinaia e centinaia di migliaia di euro, poiché l’ASP invece di conferire singoli incarichi ad avvocati da pagare in base alle tariffe professionali, ha pagato attraverso la suddetta convenzione una cifra predeterminata mensilmente di molto ma di molto inferiore all’esborso che sarebbe stato dovuto se si sarebbero pagati i legali a parcella, come pare sia avvenuto successivamente alla cessazione del mio rapporto professionale con l’azienda;
5) d’altronde questa possibile lievitazione dei costi era stata già da mè evidenziata alla Corte dei Conti-sezione giurisdizionale della Calabria; al Presidente della Regione Calabria e al legale rappresentante pro-tempore dell’Azienda Sanitaria provinciale di Cosenza con lettere raccomandate con ricevuta di ritorno del 13 settembre 2010. Nella missiva, tra l’altro, segnalavo la responsabilità erariale per l’aggravio di spese che sarebbe derivato all’ASP dalla revoca dei miei mandati difensivi, poiché come già detto l’azienda aveva un conveniente convenzione dal punto di vista economico con il sottoscritto, che prevedeva il pagamento di un compenso mensile di molto inferiore all’esborso che invece si doveva sostenere per il pagamento a singola procedura giudiziaria;
6) mi sia consentito anche sottolineare che non si vede come io possa essere, anche se per ipotesi, interessato dal reato di cui all’art. 323 c.p., infatti tale reato è riservato ai pubblici ufficiali o agli autorizzati di pubblico servizio; ed io certamente non rivestivo tale status, essendo soltanto un legale che difendeva un ente;
7) Ciò premesso e dovuto anche per il rilievo che la notizia ha avuto, confidando nel lavoro della Procura della Repubblica ed avendo piena fiducia in essa, chiederò da subito di essere ascoltato dai P.M. per chiarire in ogni aspetto la mia posizione.