Puccio (Pd) su sprechi della riforma dell’Aterp

Calabria Attualità

“La Giunta regionale, con deliberazione n.298 del 5 agosto scorso, ha dato mandato al settore Politiche della casa del Dipartimento Lavori pubblici ed Infrastrutture di predisporre la programmazione finalizzata al perseguimento degli obiettivi di incorporazione delle cinque Aterp provinciali nella nuova Aterp regionale. Per assicurare l’operatività delle Aziende cessanti per il periodo transitorio di 18 mesi, servono cinque commissari, quindici revisori, oltre che un direttore generale, molto probabilmente esterno perché è la Giunta regionale a prevederne la possibilità. - Afferma in una nota Giovanni Puccio Coordinatore regionale Pd - La deliberazione in questione, infatti, stabilisce di nominare commissario pro tempore dell’Aterp il dirigente generale del dipartimento Lavori pubblici della Regione, “il quale potrà delegare, con proprio atto, compiti e funzioni dell’Ufficio di commissario straordinario ed altro dirigente del dipartimento Lavori pubblici e Infrastrutture della Regione, ovvero in caso di indisponibilità, proporre alla Giunta regionale la nomina di un commissario straordinario esterno”.

Questo aspetto, che ci sembra solo un espediente per arrivare alla sostituzione del direttore generale delle Aterp di Crotone e Catanzaro (che guarda caso sono le uniche Aterp che hanno i bilanci in ordine e approvati) è solo il primo di una serie di contestazioni che possono essere indirizzate alla delibera 298, atto che non risulta nemmeno firmato dal dirigente generale dei Lavori pubblici, né dal responsabile del procedimento. La deliberazione, infatti, è firmata direttamente dal dirigente generale del Dipartimento Presidenza: quanto meno abbiamo il dubbio che, in base ai regolamenti regionali, questo possa non essere corretto. A questo aggiungiamo una nota politica: la deliberazione è stata approvata senza la presenza del Presidente. Andando ancora nello specifico: la delibera non rispetta l’articolo 3, comma 2, della legge regionale n.24 del 16 maggio 2013. Con argomenti risibili si tenta di giustificare il superamento dell’articolo 2, comma 2 al fine di nominare commissari esterni, anziché interni, come previsto del resto dalla delibera di Giunta regionale n.99 del 29 marzo 2013 avente ad oggetto “Incarichi di funzioni dirigenziali di livello generale e non generale2.- Continua Puccio- Vorremmo sapere dall’estensore della legge regionale 24/2013, Giulio Sarra, e alla stessa Giunta, qual è il risparmio che l’amministrazione regionale intende registrare? Ci sembra che, addirittura, andiamo verso un aumento delle spese.

Riguardo alla nomina dei commissari – che rimangono gli stessi a Cosenza, Reggio e Vibo – avanziamo dubbi anche in merito ai requisiti dei nominati. Ci sembra proprio che piuttosto che guardare ai problemi dell’edilizia residenziale pubblica, la Giunta regionale e il presidente Scopelliti abbiano avuto un occhio di riguardo all’azione politica di prospettiva: un tornaconto elettorale in vista del rinnovo del consiglio regionale. Un elenco di nominati, in barba alla spendig review, che nasconde dietro la necessità di una transizione complessa un’operazione politica di stampo clientelare, disattendendo le nome approvate dallo stesso consiglio regionale. Ragioniamo: se la legge 247/2013 prevede la nomina di un commissario con poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria per ciascun ente conseguente agli accorpamenti, con la nomina dei commissari, ai quali viene data anche la gestione ordinaria e straordinaria, non solo non si produce alcuna razionalizzazione prevista dall’articolo 2 della legge, ma si produrrà certamente confusione amministrativa dal momento che non si capisce chi dovrà amministrare: il commissario dell’Aterp regionale o i commissari nominati in delibera? Un’altra contraddizione contenuta nella legge. E se i commissari provinciali delle Aterp dovessero nominare il direttore tecnico e amministrativo per ogni struttura territoriale, la spending review sarebbe totalmente disattesa: non si produrrebbe alcun risparmio e ci troveremmo davanti ad una situazione congelata per 18 mesi. All’insegna di un’assoluta mancanza di trasparenza che solleva dubbi anche sulla legittimità della deliberazione, il riordino del sistema dell’edilizia residenziale pubblica diventa ghiotta occasione per nutrire il circolo vizioso delle clientele, a discapito dei già malconci conti regionali. – Conclude Puccio - È arrivato il momento di fare chiarezza, nel rispetto delle leggi e della collettività calabrese.”