Caos rifiuti, Molinari (M5S) interroga il ministro Orlando: “In Calabria illegalità diffusa"

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"È doloroso constatare che l'inscindibile rapporto - di affetto e, ora, di servizio - con la mia terra sia provocato primariamente dalle grida di aiuto per situazioni di estrema sofferenza: criminalità, inefficienza amministrativa, disoccupazione e deturpazione del territorio si avvinghiano l'uno con l'altro in un abbraccio osceno". E'quanto scrive in una nota il parlamentare del Movimento 5 stelle Molinari.

"Eppure - continua Molinari - la ripetuta e costante lesione del bene ambiente (nella sua dimensione pubblica e sociale, ma anche personale, per il coinvolgimento della sfera individuale della persona umana) ad opera, proprio, di quelle stesse amministrazioni pubbliche le quali, anziché provvedere alla applicazione delle leggi, al fine di garantire un adeguato livello di protezione dell’ambiente, le disattendono, getta davvero nello sconforto.

In Calabria la gestione dei rifiuti, per circa 15 anni, è stata affidata a dei commissari di nomina governativa, e si è rivelata fallimentare in quanto, contrariamente a quanto previsto dal diritto comunitario, ha puntato sulla realizzazione di discariche (neanche a norma) anziché promuovere una raccolta differenziata finalizzata al riutilizzo e riciclo dei rifiuti.

Non paga di tale fallimento, la Regione Calabria, con scellerata continuità con le decisioni sinora prese dalla classe politica locale di cui è espressione, ha disposto con ordinanza - pubblicata sul B.U.R.C. n. 10 del 16.05.2013 - avente ad oggetto la "Disposizione in ordine alla gestione dei rifiuti solidi urbani nella Regione Calabria -Ordinanza contingibile ed urgente ai sensi dell'art. 191, Dlgs. 152/2006" che "le discariche pubbliche e private (quest'ultime solo laddove utilizzate a supporto per il circuito pubblico) sono autorizzate a ricevere la quantità eccedente i limiti nominali autorizzati alla lavorazione presso gliImpianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) regionali dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nel territorio della regione Calabria, senza il preventivo trattamento previsto dall'art. 7 del D.Lgs.36/2003 e s.m.i": ciò implica il conferimento dei rifiuti "tal quale" (cioè in modo indifferenziato e senza alcun trattamento preventivo negli impianti TMB) in discarica, nella violazione delle norme sia di diritto interno che di diritto comunitario. Un contesto censurabile del quale è preoccupanteriflesso il comportamento spregiudicato, bocciato dal TAR la settimana scorsa, della procedura negoziale ristretta che aveva tentato di usare la Regione Calabria per l’individuazione del soggetto che dovrà occuparsi dello smaltimento dei rifiuti al di fuori dei confini calabresi; quella stessa Regione che - con il suo fido Dipartimento Ambiente - poco prima della sentenza ha pubblicato un nuovo bando di gara che prevede una procedura aperta di gara: insomma, l'imparzialità dell'azione amministrativa come ultima "ratio", o, meglio, qualcuno ci ha tentato".