Carceri: Milano, concessi domiciliari a medico calabrese malato
"Una nuova, importante battaglia civile è stata vinta. Un'altra bella pagina di giustizia giusta e umana è stata scritta. Questa mattina (giovedì) sono stati concessi gli arresti domiciliari al medico calabrese Vincenzo Giglio, 59 anni, malato di tumore (alla vescica), operato due volte negli ultimi sette mesi, incensurato, vedovo, padre di 5 figli, in carcere (ad Opera) dal 30 novembre 2011, coinvolto nell'operazione "Infinito" della Dda milanese sui Lampada e condannato, in primo grado, a otto anni di reclusione per presunto concorso esterno". È quanto afferma il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli.
Giglio questa mattina, come hanno subito comunicato i familiari a Corbelli, che aveva seguito la vicenda, ha lasciato il carcere di Opera(dopo 22 mesi di detenzione) e si è trasferito con la sua famiglia a Brescia, in un appartamento preso in fitto, per iniziare il ciclo di chemioterapia per curare il suo tumore. Successivamente farà poi ritorno a Reggio Calabria, per continuare a curarsi nella sua città.
Il provvedimento dei domiciliari è stato emesso dal Tribunale del Riesame di Milano, dopo che nel corso dell'udienza, che si era svolta mercoledì 28 agosto, non aveva rigettato la richiesta dei domiciliari, presentata dal legale di Giglio, ma aveva chiesto ulteriori informazioni sul quadro clinico del medico calabrese al direttore sanitario del carcere milanese (che già in questi ultimi mesi aveva certificato lo stato di incompatibilità, per motivi di salute, del medico Giglio con il regime carcerario) e aveva aggiornato la seduta al 19 settembre prossimo(oggi).
Corbelli, che il 30 agosto scorso aveva rivolto il suo ultimo appello ai giudici del Tribunale di Milano, ringrazia i "giudici milanesi per la sensibilità, l'umanità e il grande senso di giustizia dimostrate anche in questa occasione". (AGI)