A Dipignano, poesia, storie e cultura alla festa dei quadarari
Organizzato dall’Associazione Ambientale Donne Dipignanesi in collaborazione con il comune di Dipignano e l’assessorato alla cultura della provincia di Cosenza, si è tenuto a Dipignano, nella splendida cornice del palazzo Albi Marini, un convegno sull’Ammâšcânte, il gergo dei vecchi quadarari dipignanesi.
A guidare il folto pubblico, curioso ed attento, attraverso il passato, sono stati: lo storico Franco Michele Greco, il poeta Franco Araniti, la etnolinguista Marta Maddalon ed il professore John B. Trumper, ordinario di glottologia e linguistica generale all’Unical. L’immagine del quadararo, come dice lo storico, è quella di un “uomo fiero, geloso delle tecniche del mestiere, ricco di iniziative, capace di organizzare il suo lavoro in piena autonomia ,attento alla gestione della bottega”.
A guidare i presenti ,lungo i sentieri carsici dell’etimologia e della contaminazione linguistica è stato il professor Trumper, che ha soprattutto evidenziato il ruolo sociale trainante dell’antico mestiere degli Erbari. Uomini talmente capaci nel lavoro da elevare la propria classe quasi fino a quella di borghesia, in un tempo in cui era ancora da giungere l’eco dei cannoni della rivoluzione francese. Ricerche appassionate le sue, e capaci di offrire ai dipignanesi il prezioso tesoro della loro lingua “La ri-conoscenza di aspetti che appartengono ad un passato non ancora archeologico, ma recuperabile su basi diverse, uno studio delle origini, non un ritorno alle origini”.
Queste le parole della professoressa Maddalon contenute nell’opera Ammâšcâ ,cuore dei lavori del convegno. La prof.ssa ha quindi richiamato alla realtà riguardo l’amaro destino a cui sono spesso destinate le lingue antiche. Allo stesso modo, però, ha offerto speranze per rapporti nuovi con le lingue passate, suggerendo strade non estemporanee e fatte di rispetto e sincerità per ciò che è stato, ma anche di rinascita attraverso forme innovative di utilizzo delle stesse.
Dopo un pomeriggio di storia e scienza, proprio tale auspicio sembra essersi realizzato nella notte di musica e magia ,impreziosita dai versi del poeta Araniti e dalle note dei Dedalus. Commistione in grado di evocare con potenza dalle nebbie del passato ombre di uomini, voci di viaggiatori, tintinnii di artigiani del metallo. Per i presenti è così divenuto difficile ricacciare all’oblio volti, parole e gesti, dopo aver immaginato strade, incontri e vicende degli antichi calderai, i “Parlanti “ dell’ Ammâšcânte, l’idioma iniziatico reso unico da questi lavoratori erranti del rame.
Non sono mancati i saluti dell’assessore alla cultura del comune di Dipignano Teresa Pasqua che ha espresso soddisfazione per la riuscita dell’evento , rendendosi disponibile per altri incontri, volti alla riscoperta della nostra storia. Toccante,inoltre, l’intervento della portavoce dell’Associazione. Un sentito ricordo dal cuore femminile scrigno capace di custodire gli aspetti più particolari e speciali delle vicende umane. E’ proprio a queste donne che i versi inediti del poeta e le note incalzanti della particolare tarantella finale, hanno voluto rendere omaggio.
A conclusione della giornata rimane e risuona la metafora del crogiolo dei metalli dei calderai trasmutato nel crogiolo della loro vita, così come bene espresso dal prof Trumper nell’opera Ammâšcâ: “Il crogiolo degli Erbari fonde il metallo, quello della lingua scioglie i vari codici e mette a disposizione del Mastro materia prima per fare un lingua nuova, lucente, duttile e imprevista”.