Abolizione province, Greco: parlamentari lontani dalla realtà
“Mentre il ministro per i Rapporti con il parlamento Dario Franceschini ha chiesto alle camere una procedura d’urgenza per l’approvazione del ddl per il riordino delle province, l’Unione Europea mette in allarme il Paese annunciando il crollo della competitività del nostro Paese.” A dichiararlo è il presidente del Consiglio Provinciale di Cosenza Orlandino Greco. “È l’ennesima dimostrazione che chi occupa i più alti scranni del potere in questo Paese è lontano anni luce dai problemi reali dei cittadini.
L’Italia, in particolar modo la Calabria, - continua Greco - ha raggiunto i più alti livelli di disoccupazione della sua storia, i tribunali e gli ospedali vengono chiusi in nome della spending review e i pochi imprenditori che hanno avuto la forza di superare la crisi stanno portando le loro imprese all’estero. Mentre accade tutto questo (e molto altro) nel nostro Paese, il Governo decide di individuare tra le priorità per l’uscita dagli abissi nei quali siamo sprofondati l’abolizione delle Province. Senza voler entrare nel dettaglio del provvedimento (basterebbe richiamare la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso luglio che ha stroncato il decreto Salva Italia per capire quale destino spetti allo “Svuota poteri” del ministro Del Rio), c’è da rimane basiti su come i nostri parlamentari siano ormai diventati schiavi della demagogia.
Pd e Pdl con le loro larghe intese stanno disegnando un Paese che ha smesso di guardare al futuro, che non investe in ricerca e innovazione tecnologica, che taglia cultura e sanità, che insegue l’onda grillina finendo per esserne travolti. Oltretutto si sposta l’attenzione da provvedimenti organici, quelli sì davvero necessari, che aspirino a modificare l’intero assetto istituzionale nell’ottica di una riforma complessiva del sistema Paese. Sono infatti spariti dal dibattito politico temi caldi della scorsa tornata elettorale come la riduzione del finanziamento pubblico ai partiti, la riduzione del numero dei parlamentari e una riforma della legge elettorale che preveda la reintroduzione delle preferenze.
Che l’abolizione della Province sia la panacea di tutti i mali non è ancora stato dimostrato da nessuno, ma i parlamentari, anche quelli di casa nostra che nelle Province hanno fatto la loro “fortuna” politica, stringono strenuamente tra le mani la bandiera dell’anticasta annunciando, a gran voce, i passi avanti mossi verso la cancellazione di un ente di primo livello previsto nel titolo V della Costituzione. I signori parlamentari calabresi dovrebbero spiegarci perché non lottano contro la chiusura del tribunale di Rossano chiedendo le dimissioni del Ministro Cancellieri, perché non chiedono il conto di una programmazione economica fallimentare schiava del nordismo leghista, perché non difendono le scelte scellerate sull’alta velocità che per ragioni ancora incomprensibili si ferma a Napoli.
Quando ministri e parlamentari avranno cancellato le Province si renderanno conto di aver creato più problemi di quanti intendevano risolverne, solo allora, si spera, rifletteranno sulla quali siano le reali priorità utili a risollevare le sorti della Calabria. La speranza è che, per una volta, a dettare l’agenda politica non sia la demagogia ma la lungimiranza richiesta a chi occupa i più importanti ruoli di potere nel nostro Paese.”