‘Ndrangheta ed estorsioni nel lametino. In manette il presunto boss del clan Giampà

Catanzaro Cronaca

Sono due le persone arrestate stamani dalla squadra Mobile di Catanzaro, tra cui risulta anche il presunto reggente della cosca Giampà, Antonio Giampà, finito in manette insieme a Gianluca Notarianni. Ai due - fermati su ordine della Dda - viene contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e la tentata estorsione ai danni di attività commerciali di Lamezia Terme.

Secondo gli inquirenti gli arrestati in più occasioni, avrebbero richiesto somme di denaro per conto degli affiliati, tutti detenuti, ad attività commerciali che operano nella zona di loro competenza e minacciandone i titolari anche con ordigni esplosivi. Le richieste, sempre preannunciate da furti e danneggiamenti, servivano per foraggiare i numerosi detenuti del clan arrestati nei mesi scorsi.

“Tale pressione estorsiva che si realizzava a carico dei titolari di attività commerciali o di loro fornitori – sostengono gli investigatori - stava minando alla base la libera economia di quel centro tanto che qualche vittima aveva deciso di recedere dalle attività commerciali in essere”.

I particolari verranno esposti durante una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30 odierne in Questura.

h 13:14 | La Squadra Mobile ha arrestato, nell'operazione denominata "Inset Coin", Gianluca Giovanni Notarianni 20 anni (attuale reggente del clan) e Antonio Giampà 41 anni, poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione, aggravata dalla metodologia mafiosa.

Il provvedimento pre-cautelare è stato emesso a seguito dell’attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile volta a contrastare l’attività mafiosa della cosca Giampà di Lamezia Terme.

In particolare lo sviluppo di diverse attività tecniche hanno consentito di riscontrare le acquisizioni info-investigative che indicavano i predetti, successivamente agli arresti dei personaggi di maggiore spessore della cosca Giampà, tra quelli più attivi per la riscossione delle estorsioni nella zona di esclusiva competenza della consorteria ed in particolare nel centro di Lamezia Terme, zona di maggiori interessi commerciali.

Le indagini hanno consentito di accertare, e quindi contestare ai predetti, due distinti episodi di tentativi di estorsione effettuati a carico di un titolare di un bar al quale erano state richieste somme di denaro per far fronte alle esigenze dei consociati sottoposti a regime detentivo.

Dette richieste estorsive alle quali erano seguite minacce esplicite di danneggiamenti a mezzo ordigni esplosivi all’attività commerciale erano state estese, di recente, anche al titolare di una ditta di locazione di slot machine che riforniva il menzionato esercizio pubblico ed al quale erano stati effettuati diversi danneggiamenti delle attrezzature con relativi furti degli incassi.

A Gianluca Notarianni, (fratello e figlio di esponenti di primo piano dell’omonima famiglia federata alla cosca Giampà ed allo stato detenuti) ed a Antonio Giampà (legato anch’egli da vincoli di parentela con i Notarianni) è stato contestato, oltre che la tentata estorsione, aggravata dalla metodologia mafiosa ex art. 7 legge 203/91 anche l’associazione a delinquere di stampo mafioso con l’utilizzo delle propalazioni rese nei loro confronti dai collaboratori di giustizia Angelo Torcasio, Giuseppe Giampà, Battista Cosentino, Luca Piraina e Umberto Egidio. Muraca

Ad entrambi i soggetti colpiti da provvedimento di fermo viene contestato di essere divenuti i referenti nella gestione dell’attività di imposizione delle estorsioni per conto delle omonime famiglie Notarianni e Giampà.

Dopo le formalità di rito i fermati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Catanzaro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.