Reggio Calabria: all’Accademia Pentakaris lo spettacolo “Paolo Borsellino, essendo Stato”

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“Il teatro come strumento culturale di affermazione dei valori della legalità e dell’impegno civile, per combattere la cultura della violenza e della morte portata avanti in Italia da mafia e ‘ndrangheta. E un modo per ribadire che la giustizia non è solo applicazione delle leggi, ma è difesa dei diritti di tutti, soprattutto dei più deboli, proprio come vuole la Costituzione italiana”.

E’ questo, il senso dato dal magistrato del tribunale di Milano, Oscar Magi, alla conferenza sullo spettacolo “Paolo Borsellino, essendo Stato” di cui è regista, tratto dal libro di Ruggero Cappuccio, tenuta ieri sera – venerdì 11 ottobre 2013 - nella sala conferenze dell’Accademia Pentakaris a Gallina di Reggio Calabria, nell’ambito del seminario sulle “Criminal Economies” organizzato dalla Regione Calabria alla presenza del Ministro dell'Interno Angelino Alfano, e condiviso dalla United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC).

Una operazione culturale voluta dal presidente dell’Accademia Pentakaris, Martino Parisi, insieme con l’Osservatorio sulla ‘Ndrnagheta di Reggio Calabria, con l’intento di utilizzare la forma dello spettacolo teatrale “quale impegno per risvegliare la voglia nelle persone di tirare su la testa e lottare, di confrontarsi e opporsi ai disvalori della ‘ndrangheta con una cultura di valori positivi che alimenta soprattutto tra i giovani, la crescita civile e la maturazione sociale”.

E di estremo interesse è stato perciò, il racconto portato in scena, del viaggio tra i ricordi delle tantissime vittime di mafia che hanno scandito trent’anni di storia della Sicilia, misto alle esperienze, le immagini dell’isola, le riflessioni sulla giustizia, sulla lotta alla mafia e sul senso dello Stato, contenuti in un dialogo immaginario tra Giovanni Falcone, ed il suo amico Paolo Borsellino negli ultimi secondi di vita prima di morire assassinato a Palermo da un'autobomba nel luglio del 1992. Efficaci, infine, sono le soluzioni sceniche adottate dal giudice-regista Oscar Magi, come “il tappeto musicale” costruito con le canzoni di Rosa Balistreri e musiche di Mozart e Scarlatti. E soprattutto la scelta, in stile tragedia greca, del coro per rappresentare insieme i sentimenti di dolcezza e di dolore vissuti dalle donne siciliane rappresentate da quattro magistrati ed una giornalista, Monica Cavassa, Luciana Greco, Barbara Medagliani, Maria Bambino e Marica Orlandi.

Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta a Milano nel dicembre 2011, e successivamente a Genova, Trieste, Palermo, e nel giugno scorso a Reggio Calabria, suscitando ovunque forti emozioni “perché il copione e la messa in scena – ha dichiarato Mogi - sono fatti con la passione di essere magistrati, avvocati, giornalisti, che vivono attorno al Palazzo di giustizia di Milano e in una regione dove è pesante l’influenza dei casati di ‘ndrangheta”. E scritto per trasmettere emozioni, “il senso di umanità della categoria”, ha dichiarato il giudice milanese Ilio Mannucci Pacini che interpreta Falcone. Una scelta – ha detto ancora Mogi - compiuta in coscienza e libertà. Il mio lavoro non è solo stare con la toga, ma fare teatro per raccontare la verità al pari dell’amministrare giustizia. Non ho avuto problemi ad espormi, perché facendo il giudice rivendico il mio essere persona che discute insieme di legge e di diritti”.

Il presidente dell’accademia Pentakaris Martino Parisi, a conclusione del dibattito, ha espresso parole di apprezzamento per lo spettacolo dal lato artistico, e quindi, perché valido esempio di azione civile contro la mafia. Infine, ha annunciato che è intenzione dell’associazione intitolare il salone conferenze della struttura artistico-musicale di Gallina, alla figura di monsignore Italo Calabrò, grande figura di sacerdote reggino e di uomo fortemente impegnato nel contrastare la mafia con l’impegno sociale e civile.