Migranti sbarcati in Calabria, “sfiorata la tragedia”

Reggio Calabria Cronaca

Nella notte scorsa notte è stata portata a termine, nel settore ionico del Mar Mediterraneo, una vasta operazione aeronavale di polizia denominata “Never More”, che ha consentito di intercettare un peschereccio - utilizzato come “nave madre” - con un’imbarcazione a rimorchio, utilizzata per trasferire irregolarmente sulle coste calabresi 226 persone. A seguito di attività info investigative condotte dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dal Reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia sono state predisposte mirate operazioni di pattugliamento nelle acque internazionali del Mediterraneo, lungo le rotte percorse dai trafficanti di esseri umani, verso le coste italiane.

I FATTI

Alle 13.15 circa di sabato scorso, un aereo portoghese impiegato nell’ambito dell’Operazione internazionale “Hermes 2013”, condotta dall’Agenzia Europea Frontex e coordinata – per l’Italia – dal Comando Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Pomezia, ha avvistato a circa 250 miglia a sud-est di Capo Spartivento (Reggio Calabria), un peschereccio di circa 30 metri in navigazione verso le coste italiane, con a rimorchio un’altra imbarcazione più piccola, priva di passeggeri. Il convoglio è stato costantemente monitorato dall’aereo portoghese e da un altro aereo ATR42 del Gruppo di Esplorazione Aeromarittima della Guardia di Finanza, che già operava nella zona, sino a quando - secondo una tecnica già nota alle Fiamme Gialle ed oggetto di approfondimenti investigativi disposti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria - alle 23.25 dello stesso giorno, a circa 210 miglia da Capo Spartivento, l’imbarcazione più piccola è stata affiancata dal peschereccio e numerosi migranti, sino ad allora stipati all’interno dello stesso, sono stati costretti a trasbordare sull’altra unità.

MIGRANDI TRASBORDATI SU UNA BARCA, SCAFISTI SI DANNO ALLA FUGA

Dopo circa mezz’ora, terminate le fasi del trasbordo, filmate con le telecamere all’infrarosso dei mezzi aerei, la cosiddetta “nave madre”, ha invertito la rotta allontanandosi verso le coste egiziane, con gli scafisti in fuga, mentre l’imbarcazione più piccola, con i migranti a bordo, si è diretta verso le coste calabresi. E’ scattata, così, l’attivazione dei dispositivi aeronavali della Guardia di Finanza: un pattugliatore d’altura del Gruppo Aeronavale di Taranto si è diretto verso il peschereccio “nave madre” mentre un Pattugliatore Veloce del Gruppo Aeronavale di Messina ed un altro Guardacoste da Crotone, si sono diretti verso l’imbarcazione più piccola che trasportava i migranti.

Alle 10 di domenica scorsa, 13 ottobre, il Pattugliatore P.03 Denaro ha raggiunto l’unità “madre”, l’ha fermata ed abbordata a circa 225 miglia a sud-est di Capo Spartivento, in piene acque internazionali del Mediterraneo, ad un centinaio di miglia dalle coste libiche, in una perfetta azione di polizia a tutela delle frontiere europee anche ben oltre il limite delle acque nazionali. L’equipaggio delle Fiamme Gialle del Pattugliatore Denaro ha effettuato accurati controlli a bordo: il peschereccio è risultato essere privo di documenti e di bandiera, evidentemente per cercare di sfuggire ad ogni possibile tentativo di riconoscimento a distanza; pertanto, sulla base di specifici poteri previsti dal Diritto Internazionale, il natante e le persone, probabilmente egiziani, sono stati fermati e condotti nel porto di Reggio Calabria. Nel frattempo, le altre due unità della Guardia di Finanza di Messina e Crotone hanno raggiunto l’imbarcazione più piccola - diretta verso la Calabria - a circa 150 miglia da Capo Spartivento, prestando soccorso ai migranti che sono stati presi a bordo e condotti nel porto di Reggio.

A causa delle condizioni fatiscenti dello scafo e del precario stato di galleggiabilità per le infiltrazioni di acqua, che hanno reso il natante non più idoneo alla navigazione e non rimorchiabile, lo stesso è stato abbandonato alla deriva. Inoltre, le condizioni del mare avrebbero potuto contribuire a compromettere la già precaria navigabilità del mezzo e la vita stessa dei migranti ad una così elevata distanza dalla costa, lasciando presagire una probabile se non certa ennesima tragedia del mare.

3000 DOLLARI PER IL VIAGGIO DELLA SPERANZA

I migranti soccorsi sono giunti nella serata del 13 ottobre presso il porto di Reggio dove gli è stata fornita accoglienza e assistenza sanitaria. Sono, dunque, complessivamente 226, di presunta nazionalità siriana ed egiziana, di cui 102 uomini adulti, 45 donne e 79 minorenni. Gli stessi hanno dichiarato di aver pagato circa 3000 dollari per effettuare il viaggio illegale e pericoloso verso l’Italia. Il Pattugliatore del Corpo con il peschereccio “nave madre”, invece, è giuntop nel porto di Reggio alle 19 di ieri, 14 ottobre; l’imbarcazione utilizzata dai trafficanti è stata sequestrata e 10 delle 17 persone a bordo (7 sono minori) sottoposte a fermo di polizia giudiziaria, disposto dalla D.D.A. di Reggio Calabria ed eseguiti dai Finanzieri. I 10 soggetti fermati sono tutti ritenuti ugualmente responsabili del trasporto dei migranti, inequivocabilmente verso le coste italiane e di aver messo in serio pericolo la vita delle persone trasportate.

Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi - diretti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria - per individuare possibili collegamenti sul territorio nazionale ed i responsabili dell’associazione a delinquere a carattere transnazionale dedita al traffico di migranti.

Più di un centinaio gli uomini della Guardia di Finanza messi in campo per evitare l’ennesima annunciata tragedia del mare; i pattugliamenti aeronavali del Corpo, insieme a quelli delle altre forze istituzionali, continueranno nelle acque del Mediterraneo.

L’operazione è stata compita dalle unità aeronavali delle Fiamme Gialle, in collaborazione con i finanzieri del Comando Regionale Calabria e del Comando Operativo Aeronavale di Pomezia, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Reggio Calabria, nelle persone del Procuratore Cafiero De Raho, l‘aggiunto Gratteri ed i sostituti Frustaci e Sirleo.