Unical, il prof. Nuccio Ordine ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”
È una notizia importante, anche per uno studioso del calibro di Nuccio Ordine, conosciuto e tradotto in tutto il mondo: “L’utilità dell’inutile”, l’ultimo libro che ha scritto per i tipi di Bompiani, sarà uno dei “pezzi forti” della puntata di sabato prossimo, 19 ottobre, di “Che tempo che fa”, il seguitissimo e prestigioso contenitore socio-culturale condotto da Fabio Fazio su Rai 3 (il programma inizia alle ore 20.10).
Il “faccia a faccia” con il noto conduttore televisivo conferma l’attenzione che l’agile ed efficace volume di Nuccio Ordine ha ricevuto immediatamente anche in Italia: la Bompiani, infatti, lo ha appena ristampato a distanza di sole tre settimane dalla pubblicazione e prima ancora dell’apparizione delle recensioni in preparazione su quotidiani nazionali e Tv.
Il successo de “L’utilità dell’inutile”, in verità, era annunciato. Dopo lo straordinario exploit in Francia nello scorso gennaio (il volume è balzato al 17 posto dei libri più venduti nella saggistica con tre edizioni in 9 mesi) e l'accoglienza dei grandi quotidiani europei (il direttore de 'Le Monde des Livres', Jean Birnbaum, gli ha dedicato il primo editoriale del 2013, mentre due articoli sono apparsi su 'El Pais', uno dei quali a firma di Fernando Savater), era scontato che il docente di Letteratura italiana dell’Università della Calabria, facesse centro anche nel nostro Paese.
Numeri e riscontri di tutto rispetto ai quali debbono aggiungersi le traduzioni del libro in catalano e castigliano (novembre 2013) e quelle in greco, coreano e brasiliano, programmate per il 2014 e il 2015. Ma perché tanto interesse per “L’Utilità dell’inutile”? Le considerazioni che impegnano Nuccio Ordine nelle poco più di 250 pagine di cui si compone il libro, hanno certamente il loro peso. Ma è anche lo stile semplice e accessibile con cui l’autore si esprime a fare la differenza.
Attraverso le riflessioni di grandi filosofi e di celebri letterati (da Platone a Bruno, da Aristotele a Kant, fino a Kakuzo Okakura e García Márquez), infatti, Ordine mostra come l’ossessione del possesso e il culto dell’utilità finiscano per inaridire lo spirito, mettendo in pericolo non solo le scuole e le università, l’arte e la creatività, ma anche alcuni valori fondamentali come la “dignitas hominis”, l’amore e la verità.
“In una società in cui l'utile (ciò che produce profitto) sembra dettare legge in ogni ambito della nostra vita – afferma Ordine - mi è sembrato opportuno ricordare che l’inutile (quei saperi che non producono guadagno) è molto più utile dei soldi. L’unica occasione che abbiamo, come esseri umani, di diventare migliori ce la forniscono l’istruzione, la ricerca scientifica, i classici, i musei, le biblioteche, gli archivi, gli scavi archeologici: e non è un caso che la scure dei governi e della crisi si abbatta purtroppo proprio su quelle cose ritenute inutili. Attraverso la parola dei classici, dall’antichità ai nostri giorni - spiega ancora Ordine - ho voluto mostrare l’utilità dell’inutile e l’inutilità dell’utile (quante cose “inutili” ci vengono imposte come 'utili'?). La logica commerciale del profitto non solo sta progressivamente distruggendo l’istruzione (trasformando le scuole e le università in aziende e gli studenti in clienti), ma ha talmente inaridito lo spirito a tal punto da rendere disumana l’umanità”.
Per lo studioso di Bruno “non è possibile, in nome della crisi, espropriare le classi più deboli della loro dignità, sopprimere senza colpo ferire i posti di lavoro, i contributi per i disabili e gli ammalati. Basta leggere Il Mercante di Venezia di Shakespeare per capire cosa possa significare ridurre l’uomo a merce e tagliare la carne viva per pagare il debito. E tutto ciò avviene, mentre solo la corruzione costa all’Italia più di 150 miliardi all’anno. Non sarebbe meglio tagliare la carne viva dei corrotti anziché quella degli operai licenziati e degli ammalati?”.
Ordine è convinto che “proprio quei saperi considerati inutili sono l’unica forma di resistenza alla dittatura del profitto. Con i soldi tutto si può comprare: parlamentari, giudici, successo. L’unica cosa che con in soldi non si compra è il sapere: la cultura dell’inutile ci insegna che il sapere non si acquista ma si conquista con uno sforzo personale che nessuno può fare al nostro posto. La letteratura, l’arte, la musica, la ricerca scientifica di base - conclude Ordine - ci insegnano che l’umanità per diventare più umana ha bisogno di esaltare la gratuità e il disinteresse. Educare i giovani ai saperi inutili significa offrire loro una possibilità per diventare cittadini consapevoli, in grado di amare il bene comune, rinunciando agli egoismi e all’avidità che ormai dettano legge grazie al culto del profitto”.