Replica delll’associazione che gestisce il Centro Sprar di Acquaformosa

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Questo il testo della replica di Mimma Laffusa, legale rappresentante pro tempore dal Luglio 2012 dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo”, soggetto erogatore per conto del progetto SPRAR del Comune di Acquaformosa dei servizi di accoglienza, di integrazione e di tutela dei cittadini stranieri richiedenti asilo politico alla nota di Cosimo Vicchio, consigliere comunale ed ex Presidente dell'Associazione, nella quale si denunciava la condizione disumana in cui verserebbero alcuni cittadini bengalesi ospiti dello SPRAR di Acquaformosa:

"Quanto affermato da Cosimo Vicchio, che oltre a rivestire la carica di consigliere comunale è anche associato della “Don Vincenzo Matrangolo”, è assolutamente falso.

L’immobile (un delizioso appartamentino adiacente al corso principale del paese), prima di essere destinato all’ospitalità di un minorenne bengalese e di un suo connazionale, è stato, come da prassi, sottoposto ad accurati controlli e, dove necessario, ad interventi di manutenzione.

Falsa è l’affermazione del consigliere comunale Vicchio circa il cattivo funzionamento di alcuni elettrodomestici: gli elettrodomestici, tra cui lo scaldino e il frigorifero, presenti in detto immobile sono perfettamente funzionanti ed efficienti.

Falsa è l’affermazione del consigliere comunale Vicchio circa la mancata fornitura di abbigliamento: i beneficiari bengalesi, come d’altronde tutti gli altri ospiti dello SPRAR di Acquaformosa, hanno scarpe e vestiti.

Falsa è l’affermazione del consigliere comunale Vicchio circa l’acquisto dell’abbigliamento con voci di spesa differenti rispetto a quelli destinati ai c.d. buoni spesa: come da manuale SPRAR i fondi destinati alla voce “buoni spesa” devono essere utilizzati anche per l’acquisto di vestiti e scarpe, oltre che per l’acquisto di generi alimentari e diversi.

Tendenziosa e imprecisa è l’affermazione del consigliere comunale Vicchio circa le trentacinque euro pro dire/pro capite destinate dal Governo agli ospiti.

Detto importo, oltre a sostenere i costi di gestione della “Don Vincenzo Matrangolo”, deve essere utilizzato per il finanziamento dell’erogazione di tutti i servizi di accoglienza, di integrazione e di tutela destinati a ciascun beneficiario: dal pagamento del canone di affitto e delle utenze all’acquisto dei generi di prima necessità; dalle spese di scolarizzazione e alfabetizzazione ai costi per l’accompagnamento all’inserimento lavorativo e abitativo; dalle spese per le pratiche di riconoscimento dello status di rifugiato ai costi per la copertura socio-psico-sanitaria; dalle spese per l’organizzazione di attività culturali e ludico-ricreative ai costi per la gestione di eventi destinati all’integrazione e all’inserimento socio-culturale degli ospiti.

Posso con serenità affermare che, dall’ingresso della scrivente nella gestione e rappresentanza della “Don Vincenzo Matrangolo”, i fondi pubblici destinati allo SPRAR di Acquaformosa vengono gestiti e spesi nell’ambito delle rigide indicazioni fornite dal Ministero dell’Interno e nel pieno rispetto, da un lato, dei principi di economicità e di trasparenza di amministrazione delle risorse pubbliche e, dall’altro, del principio di tutela dei diritti civili e umani di ciascun individuo.

Nell’ultimo anno il Governo italiano ha incrementato di dieci euro l’importo pro dire/pro capite destinato all’accoglienza dei rifugiati politici, al fine di sostenere i progetti SPRAR nella onerosa e impegnativa amministrazione dell’ospitalità delle oramai migliaia di migranti che ogni giorno sbarcano sulle coste meridionali dell’Italia.

Lo SPRAR di Acquaformosa è, fra tutti i progetti SPRAR del territorio nazionale, uno dei pochi che ha risposto positivamente a tutte e cinque le richieste fatte dal Governo per fronteggiare la gestione degli sbarchi.

Dal Dicembre 2012 ad oggi, lo SPRAR di Acquaformosa ha fornito assistenza nell’ambito dell’emergenza sbarchi a quarantuno rifugiati, garantendo loro gli stessi standard qualitativi in termini di servizi offerti ai quindici ospiti c.d. “ordinari”, malgrado la maggiore complessità, soprattutto psicologica e umana, di gestione dei rifugiati provenienti direttamente dagli sbarchi. Anche il minorenne bengalese è giunto in Italia sbarcando sulle coste calabresi il 14 Agosto scorso e destinato dopo quindici giorni allo SPRAR di Acquaformosa, che, per legge, non avrebbe dovuto accogliere data la minore età, ma che, sobbarcandosi di responsabilità e rischi, ha ritenuto opportuno e giusto ospitare.

Di contro, durante la gestione Vicchio della “Don Vincenzo Matrangolo”, l’amministrazione della allora emergenza sbarchi, meglio conosciuta come “Emergenza Nord Africa”, è stata fallimentare, benché il contributo fu di quarantacinque euro al giorno per ciascun ospite.

In quella occasione vennero ospitate solo sei persone (una famiglia del Ciad con tre bambine in tenera età), che restarono per diverso tempo privi di antenna satellitare e con difficoltà di riscaldamento; venne loro acquistata una quantità minima di vestiti; ma soprattutto l'allora rappresentate legale non fu capace e non ebbe il coraggio di gestire dignitosamente l'erogazione della esigua indennità mensile prevista a favore degli ospiti, così costringendoli ad eclatanti e disperate proteste anche presso la sede comunale, fino all'abbandono coatto del progetto da parte del bisognoso nucleo familiare.

Le gravi e infanganti dichiarazioni fatte dal Vicchio contro un’associazione di cui egli stesso è parte sono, dunque, infondate e saranno passibili di denuncia presso le competenti autorità.

Infine, mi preme evidenziare come a fronte di pochi che remano contro la “Don Vincenzo Matrangolo” ci sono tanti che, in questi anni di gestione del progetto SPRAR, hanno contribuito con azioni, con parole, con spirito di solidarietà umana e senso civile ad accogliere uomini, donne e bambini provenienti da territori afflitti da guerre, da persecuzioni, da violazione dei diritti umani, da fame e da povertà. Questo quanto dovevo per onore del vero".