Minacce e botte a imprenditore, tre assoluzioni a Catanzaro
Si è concluso con tre assoluzioni, a Catanzaro, il processo a carico di altrettanti uomini accusati dalla Direzione distrettuale antimafia di aver terrorizzato e aggredito un giovane imprenditore per costringerlo a consegnare loro dei soldi. La pubblica accusa aveva chiesto per loro tre condanne a 14 anni di reclusione ciascuno, ma hanno prevalso le tesi dei rispettivi difensori, gli avvocati Leopoldo Marchese, Giuseppe Spinelli, Larussa, e Gregorio Viscomi. Gli imputati erano Antonio Voci, 47 anni, nato a Sellia Marina ma residente a Falerna (Cz), Giuseppe Catroppa, 29 anni, di Soveria Mannelli (Cz), entrambi ritenuti legati alla cosca Giampa' di Lamezia Terme; e Luca Gentile, 27 anni, di Catanzaro, legato ai primi due ed amico della vittima. Tutti finirono in manette all'alba del 21 luglio 2011 perché, secondo le accuse, avevano avvicinato e minacciato la vittima perché consegnasse 1.000 euro e poi, perché il messaggio fosse più chiaro, lo avrebbero sequestrato e picchiato barbaramente. Ad appena due giorni dal pagamento, poi, sarebbe arrivata un'altra richiesta, questa volta di 6.000 euro. Nuove botte, minacce atroci. Fino a che la vittima, terrorizzata, era andata alla Polizia.
A portare i presunti aguzzini in carcere, in esecuzione di un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per estorsione tentata e consumata e rapina, sequestro di persona, lesioni, porto di arma da fuoco e minacce, tutto aggravato dalle modalità mafiose, erano stati gli uomini della Squadra mobile, con l'operazione battezzata "Deja-vu 2", che fece seguito al blitz del giorno prima, con cui altre quattro persone, pure ritenute legate ai Giampa', erano state sottoposte a fermo sempre per estorsione mafiosa. La terribile storia oggetto dell'inchiesta, così come emersa all'epoca dei fermi, era quella di un giovane imprenditore catanzarese, che il 6 giugno 2011 era stato contattato telefonicamente da un amico di infanzia, Luca Gentile, il quale gli avrebbe chiesto un incontro.
Sotto casa sua, però, Gentile sarebbe arrivato assieme a Giuseppe Catroppa e ad Antonio Voci, e quest'ultimo avrebbe subito intimato al giovane di dare a Gentile gli 850 euro che questi gli aveva chiesto in prestito. La vittima aveva preso tempo ma presto le minacce sarebbero divenute fatti. Il giovane imprenditore sarebbe stato sequestrato, portano nella pineta di Roccelleta di Borgia (Cz), e malmenato selvaggiamente. Dopo due settimane ancora un avvertimento, poi, a stretto giro, una nuova richiesta di soldi, altre minacce, altre percosse nella stessa pineta, altre violenze. Fino alla denuncia alla Polizia, le indagini lampo, i fermi sottoscritti dal sostituto procuratore Elio Romano. Tutte le accuse, però, non hanno retto al giudizio da cui gli imputati sono usciti completamente assolti. (AGI)