Libri:a Vito Teti il Premio Tropea con “Il patriota e la maestra”
È Vito Teti con 'Il Patriota e la maestra' (Quodlibet, 2012) a vincere la settima edizione del Premio Letterario Nazionale Tropea con 136 voti. contro i 27 ottenuti da Edoardo Albinati con ‘Vita e morte di un ingegnere’ (Mondadori, 2012) e i 25 di Benedetta Palmieri con 'Funeracconti' (Feltrinelli, 2011). A decretare il verdetto sono stati i 409 sindaci di tutta la Calabria col voto combinato di una giuria popolare composta da 41 persone.
Il Premio Letterario Nazionale Tropea - ideato e promosso dall'Accademia degli Affaticati e primo concorso nazionale ad aver veicolato i libri in formato ebook - si è svolto all'interno della seconda edizione del "TropeaFestival Leggere&Scrivere", frutto di un partenariato tra Il Sistema Bibliotecario Vibonese (soggetto capofila), i comuni di Tropea, di Vibo Valentia, Soriano Calabro e Serra San Bruno, l'amministrazione provinciale di Vibo Valentia e la stessa Accademia degli Affaticati. La vittoria di Vito Teti è un indicatore della tendenza a prediligere le storie legate al reale rispetto alle narrazioni o ai romanzi di fantasia.
‘La storia con la s minuscola’, vicissitudini individuali che legandosi tra loro danno vita al racconto di vicende storiche e di dinamiche che producono l'evoluzione sociale. Da archivi e testi mai o poco frequentati, emergono personaggi ed eventi minori, storie individuali e familiari sconosciute, passioni, pensieri e azioni dimenticate. È alla ricerca di queste vite parallele che è andato l'autore, rintracciando la vicenda di Antonio Garcea, calabrese, patriota rinchiuso in tutte le carceri borboniche, e Giovanna Bertola, piemontese, giovane maestra e fondatrice de ‘La Voce delle Donne’, giornale di donne e per le donne.
Una storia minuta, quotidiana, faticosa, segnata da speranze e delusioni - a cui fanno da sfondo altre storie e altre figure del Risorgimento meridionale - che aiuta a uscire da retoriche nazionali e da nostalgie neoborboniche. La storia dell'incontro tra un ‘vero figlio delle rupi calabre’ e la ‘Mammagrande’ piemontese, che girano l'Italia per affermare il loro credo, è metafora di un'altra storia tra Sud e Nord, uomo e donna, passione e ragione, ceti privilegiati e ceti popolari. Un altro modo di ‘fare l'Italia’ era possibile e il Risorgimento non sempre è stato 'tradito'.
Il successo di Teti - che nell'albo d'oro del prestigioso premio segue Mimmo Gangemi (La signora di Ellis Island), Donatella di Pietrantonio (Mia madre è un fiume), Mattia Signorini (La Sinfonia del tempo breve), Carmine Abate (Gli anni veloci), Gianrico Carofiglio (Ragionevoli dubbi), Roberto Saviano (Gomorra) - sottolinea, come già avvenuto con Gangemi e Abate, il gradimento della narrazione legata all'appartenenza e all'identità che l'autore esprime anche attraverso il suo radicamento con il territorio e la scelta di approfondire i percorsi della costruzione identitaria, il motivo della melanconia e della nostalgia, l'antropologia dei luoghi e dell'abbandono.
Il rapporto antropologia-letteratura è al centro della sua scrittura. Oltre ai finalisti, nella serata conclusiva condotta da Pasqualino Pandullo (presidente dell''Accademia degli Affaticati', promotrice del Premio) e Livia Blasi (giornalista della sede Rai di Cosenza) presso il Museo Diocesano di Tropea, i professori Alfredo Focà e Pino Lonetti per le Università di Catanzaro e di Reggio Calabria e l'Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri.
A spiegare il grado di partecipazione al voto elettronico da parte dei sindaci calabresi e dei componenti della giuria popolare è stata Maria Stelitano per Asmenet Calabria. Il ‘TropeaFestival Leggere&Scrivere’ dal prossimo anno sarà gemellato con il ‘Festival delle storie’ della Valle di Comino (Frosinone). (AGI)