Ancora grandi esclusive per il TropeaFestival Leggere&Scrivere, attesa per la finalissima
Si avvia alla sua volata finale la seconda edizione del TropeaFestival Leggere&Scrivere, uno dei sei grandi eventi del più vasto cartellone Calabria Terra di Festival, ideato e promosso dall’assessorato alla Cultura. Negli spazi fra Vibo e Tropea, letteralmente presi d’assalto da un pubblico piacevolmente consapevole e partecipativo, hanno dato il loro contributo nelle ultime ore, tracciando nuove ipotesi per la lettura e scrittura, elementi cardine di sapienza e civiltà, aggiornati ai tempi moderni, intellettuali del calibro di Marcello Veneziani, Maurice Aymard, Giordano Bruno Guerri, fra molti altri nomi che hanno scelto l’importante vetrina calabrese per presentare o anticipare i loro prossimi impegni.
Grande sensazione ha destato ieri sera la conversazione fra Sergio La Grotteria e Tommaso Strambi intorno alla delicata vicenda del Monte Paschi Siena, rappresentando l’ennesima anteprima assoluta del TropeaFestival Leggere& Scrivere. "Compagni del Monte" (Cantagalli editore), rappresenta una storia tipicamente italiana, in cui quanto è ancora nascosto stenta ad affiorare.
I legami fra la città e l’ultracentenario istituto bancario sono così fitti che lo scossone subito in seguito all’acquisizione dell’Antonveneta, i cui dettagli sono stati così contraddittori da destare l’interesse della magistratura, con delle conseguenze ancora difficili da superare per tutti i soggetti coinvolti e l’ancora più ampio bacino di ricadute. Con acume e lucidità, Strambi ha tratteggiato ed approfondito le figure di sedici personaggi cardine, con ruoli, responsabilità, leggerezze ed omissioni riconducibili al cosiddetto “Babbo Monte”, attraverso le loro dichiarazioni ed una frequentazione diretta con ognuno di loro, essendo il giornalista non senese di nascita, ma capo della locale redazione.
Una lettura travolgente che squarcia i veli che avvolgono una città per sua natura complessa e diffidente. «Qualcuno si domanderà- ha ribadito Strambi- perché questi personaggi (tra cui l’altro dirigente di origine catanzarese Mussari) e non altri. Perché per me sono i veri protagonisti dell'ultimo ventennio di storia senese. Gli altri sono comparse e, come tali, restano sullo sfondo della scena». Grande soddisfazione da parte di Mario Caligiuri per avere concretizzato anche questo evento, che ha doppiato a distanza di poche ore il rendez- vous intorno al delicato rapporto fra cultura, finanziamenti ed istituzioni, che proprio in questo festival, il cui soggetto capofila è l'illuminato Sistema Bibliotecario Vibonese diretto da Gilberto Floriani, che ha compartecipato in misura del 45% all'importo complessivo, ha registrato una quanto mai beneaugurante inversione di tendenza, grazie all’interessamento di importanti sponsor privati: "Noi abbiamo fatto la nostra parte – ha ribadito- ottimizzando le risorse europee, ma le prospettive non possono essere incoraggianti né tanto meno durevoli. Meno soldi pubblici non vuol dire povertà, ma responsabilità. Ovvero ci vuole una consapevolezza da parte delle comunità di appartenenza per finanziare la cultura (aziende, territorio, fondazioni).
Il pubblico non deve essere un semplice recipiente, ma tramutarsi in guida e catalizzatore. Altri grandi eventi aspettano la Calabria, e se saremo bravi, avremo la possibilità di trasformare questi tempi difficili in un tipo di opportunità grandiosa." Stasera attesa per la diretta con la fortunata trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora" condotta da Claudio Sabelli Fioretti e la sua banda di simpatici guastatori, grandi appuntamenti per tutto il w-e anche per la sezione Carta Canta, coordinata e diretta da Maria Teresa Marzano.
Domattina invece appuntamento specialissimo con i tre finalisti della settima edizione del Premio Letterario Nazionale Tropea, ovvero Vito Teti, Edoardo Albinati e Benedetta Palmieri, che incontreranno i detenuti della casa circondariale di Vibo Valentia, alla vigilia della serata finale che consacrerà uno di loro nell’albo dei vincitori, per la soddisfazione in primis di Pasqualino Pandullo e dell'Associazione Culturale Accademia degli Affaticati, instancabile promotrice del riconoscimento che è entrato di diritto nel ristretto novero di quelli più desiderati ed ambiti in ambito nazionale.