Campanella: mercanzia sessuale riguarda anche adolescenti calabresi, istituzioni assenti

Calabria Attualità

"La mercanzia pedopornografica non risparmia la Calabria, sia per quanto riguarda i ragazzini di provenienza slava, sia per quelli indigeni: solo l'ufficio del Garante per l'Infanzia sembra non accorgersene, perché non vi si scorge alcuna iniziativa concreta tesa a prevenire e ad affrontare il fenomeno - Lo afferma il giornalista Mario Campanella, Presidente di Peter Pan Onlus -

Campanella (che a febbraio sarà relatore al congresso della SOPSI (Società italiana di psicopatologia a Torino, sul tema dell'abuso, primo calabrese dopo gli anni di Amato Amati ) parla di "una legislazione regionale che è tra le migliori d'Italia, così come obiettivamente sono stati tanti gli sforzi compiuti dal Consiglio Regionale e dalla Giunta in questa direzione, ma della totale assenza di una sinergia operativa tra Garante, Comuni ed Asp per affrontare percorsi di recupero degli adolescenti preda degli impulsi sessuali patogeni" Io stesso ho dovuto contare sull'aiuto prezioso di un'amica psicologa - sostiene Campanella - per sostenere la mamma di una delle ragazze oggetto di violenza, a Cosenza, lo scorso febbraio. Il giornalista parla sia "di Cosenza, che di Corigliano, Reggio Calabria e Crotone come crocevia di mercati squallidi e perversi che in loco utilizzano ancora sistemi di approccio diretto, quasi sempre difficili da perseguire".

Bambine di 12 anni di origine serbo-albanese vengono abbindolate ai semafori- continua il giornalista- e una delle strade maggiormente frequentata dai pedofili a Cosenza è quella che conduce sulla ss 19 bis fino alla sede RAI". Pensare che debba essere solo la magistratura a perseguire i pedofili è un errore strategico- continua il giornalista. così come è assurdo concepire ruoli di garanzia pubblici a tutela dell'infanzia esclusivamente in sede di autoreferenzialità Cosenza rimane una delle pochissime città italiane -conclude il giornalista- in cui la magistratura applicò alla lettera la legge Prestigiacomo, validata dalla Corte di Cassazione".