Finti braccianti agricoli, oltre 200 scoperti dalla Gdf nel crotonese

Crotone Cronaca

Blitz in otto aziende agricole del Crotonese da parte della Guardia di Finanza che avrebbe scoperto 212 falsi braccianti ed una presunta truffa all'Inps di quasi un milione di euro, per l'esattezza 940 mila euro. I titolari delle aziende, secondo i finanzieri, avrebbero favorito le finte assunzioni dei braccianti i quali avrebbero così percepito illegalmente le indennità di disoccupazione, di malattia e gli assegni di maternità. Titolari e falsi braccianti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica.

OPERAZIONE EASY GAIN, I DETTAGLI

Otto le aziende agricole ispezionate e 212 i presunti falsi braccianti agricoli individuati: 940.000 Euro di indennità ritenute dalle Fiamme Gialle come “indebitamente percepite a danno dell’Inps”. Questi i numeri complessivi dell’operazione Easy Gain” condotta negli ultimi mesi dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone.

I finanzieri pitagorici, nell’ambito dell’attività volta alla tutela della spesa pubblica, hanno dedicato particolare attenzione al settore degli interventi di sostegno agli operatori dell’agricoltura, anche in virtù di importanti precedenti risultati di servizio conseguiti dal Corpo nelle altre province calabresi e constatando, ancora una volta, una estrema diffusione di fenomeni fraudolenti in questo comparto.

L’analisi di rischio, effettuata attraverso incroci tra i dati reddituali e quelli riferibili alla manodopera assunta, ha averbbe emergere delle anomalie e, conseguentemente, sono scattati i controlli nei confronti delle otto aziende agricole, di cui 6 del comprensorio petilino e due di Isola Capo Rizzuto.

Molteplici gli “escamotage” che, sempre secondo i finanzieri, sarebbero stati adottati dagli imprenditori agricoli per giustificare le assunzioni dei braccianti e, quindi, consentire ai lavoratori di beneficiare di indennità previdenziali ed assistenziali (indennità di disoccupazione e di malattia, assegni di maternità).

Si spazierebbe dalla stipula di contratti d’affitto di fondi rustici assolutamente disconosciuti dai proprietari all’utilizzo di contratti sottoscritti da persone già da tempo decedute. Sempre con riferimento alla disponibilità dei terreni, in un caso gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere, dall’esame dei documenti relativi ad un contenzioso con l’Ente Parco Nazionale della Sila, che si trattava di terreni abbandonati da almeno un decennio.

AL LAVORO IL 31 NOVEMBRE E ANCHE SE DETENUTI

LA Gdf avrebbe portato alla luce anche molte irregolarità riguardanti la posizione dei braccianti. Infatti, in alcuni casi sono stati individuati lavoratori che, nello stesso periodo temporale, risultavano già assunti come dipendenti da altre imprese. Decisamente singolari le situazioni di braccianti che risulterebbero aver lavorato addirittura nella giornata del 31 novembre – ovviamente inesistente sul calendario, insieme ai casi accertati di lavoratori che sarebbero stati impegnati nei campi anche quando, in realtà, si trovavano detenuti o comunque presenti presso uffici di polizia. Non mancherebbero, anche, lavoratori registrati come presenti malgrado si fossero da tempo trasferiti in altre province.

“Inoltre, a fattor comune, dalle audizioni dei lavoratori – affermano gli investigatori - sarebbero emerse incongruenze rispetto ai periodi di assunzione dichiarati dalle imprese o alle coltivazioni asseritamente effettuate, nonché presenze lavorative in giornate che, come desunto dalle tabelle pluviometriche della Protezione Civile, sono state caratterizzate da intense precipitazioni.”

L’attività operativa è stata estesa anche al controllo di eventuali contributi comunitari erogati nell’ambito della Politica Agricola Comune a beneficio delle aziende agricole ispezionate. “Effettivamente – proseguono dalla Gdf - anche con riguardo a questo aspetto sono state riscontrate irregolarità. Un’impresa agricola del petilino ha infatti ottenuto indebitamente 32.000 euro di finanziamenti, concessi in vari anni dagli organismi pagatori (Agea/Arcea), poiché ha presentato la domanda unica di pagamento indicando la disponibilità di terreni in realtà condotti da altri coltivatori”. “Addirittura – proseguono i finanziari - uno di questi appezzamenti risultava compreso nella domanda unica di pagamento presentata da altro imprenditore”.

I titolari delle aziende agricole ed i falsi braccianti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Crotone, alla quale è stato richiesto anche il sequestro di denaro o beni sino a concorrenza degli importi fraudolentemente conseguiti. “L’operazione - concludono dalla Guardia di Finanza - ha evidenziato l’estrema attualità di un fenomeno particolarmente radicato, anche perché ritenuto una sorta di “ammortizzatore sociale”, ma che il Corpo intende continuare a contrastare e perseguire con sempre maggiore determinazione”.