Col bonus cultura compravano altro: studenti dovranno rimborsarlo, sequestro per azienda crotonese
Spese per cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti e parchi, teatro e danza, corsi di musica, di teatro o di lingua straniera, prodotti dell’editoria audiovisiva.
Tutte queste le voci ammesse nel cosiddetto Bonus Cultura “18app”, che consente agli studenti nati dal 2001 di usufruire di 500 euro da spendere appunto negli stessi settori.
Almeno così avrebbe dovuto essere per gli oltre 4 mila soggetti che - compiuto il diciottesimo anno di età nel corso del 2016, 2017 e 2018 - hanno avuto diritto al beneficio.
Durante una verifica eseguita dalla Guardia di Finanza si è scoperto però che almeno l’86% delle singole erogazioni non sarebbero state regolari, il che ha portato ad un bel verbale per 3516 presunti illeciti amministrativi e nei confronti di altrettanti studenti, che ora dovranno praticamente rimborsare il tutto.
I provvedimenti arrivano al termine di una complessa indagine effettuata dal nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle fiamme gialle di Crotone, coordinati dalla Procura della Repubblica pitagorica, che hanno così eseguito anche un sequestro preventivo, disposto dal Gip Romina Rizzo, nei confronti di una società calabrese e di sei soggetti per i quali è stata dimostrata una indebita percezione, tra il 2017 e il 2018, di contributi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali del cosiddetto Bonus Cultura.
L’attività parte da una analisi di rischio, effettuata dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, attraverso le banche dati in uso al Corpo e dalla quale sarebbe emerso un cospicuo numero di buoni spesi.
Gli accertamenti effettuati avrebbero permesso di svelare l’esistenza di un “sistema”, all’interno della società, che attraverso delle false attestazioni trasmesse al Mibac, avrebbe consentito ai giovani fruitori del bonus di acquistare beni non previsti dalla normativa: una percezione indebita di denaro dello Stato quantificato nel complesso in oltre 1,4 milioni di euro.
Gli studenti, pertanto, dopo la notifica del verbale sono obbligati a pagare una sanzione che è pari al valore dei beni non ammessi al beneficio e che nella stragrande maggioranza si è rilevato relativo all’intero bonus, ovvero i 500 euro.
Nei confronti dell’azienda controllata è stata invece inoltrata una segnalazione al Ministero dei Beni culturali per l’avvio della procedura di recupero dell’intero beneficio oggetto del presunto illecito.
Sotto gli aspetti di carattere penale, poi, e in esecuzione del provvedimento giudiziario, le fiamme gialle crotonesi hanno eseguito il sequestro dei beni per un controvalore complessivo di più di 1,3 milioni: in particolare i sigilli sono scattati a quote societarie, denaro in contante, un immobile, conti correnti postali e bancari e cinque auto.