Incendio boschivo a Sersale, confermata condanna giovane

Catanzaro Cronaca

La Corte d'appello di Catanzaro ha confermato oggi la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione a carico di Davide Monti, 31 anni, di Cerva, arrestato nel giugno 2009 dai carabinieri con l'accusa di incendio boschivo. I giudici (presidente Sullo, consiglieri Garcea e Galan) hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore generale; Massimo Lia, lasciando immutata la sentenza emessa il 26 gennaio del 2010 dal tribunale di Catanzaro. Il presunto piromane, secondo quanto contestato, avrebbe cosparso con della benzina contenuta in una tanica la staccionata che delimita una zona boschiva in localita' "Gole e Cascatelle del Crocchio", a Sersale, per poi appiccare il fuoco in quattro o cinque punti con un accendino. Dopo la convalida dell'arresto, il giudice monocratico di Catanzaro mandò Monti agli arresti domiciliari e, da quel giorno, il giovane è divenuto letteralmente famoso sulle cronache locali, dal momento che ha dato il via ad una lunga serie di rocambolesche fughe da casa, dopo aver annunciato gia' in aula che lui ai domiciliari non voleva proprio starci, ma che preferiva andare in carcere. Monti, in particolare, ha collezionato tre arresti in dieci giorni e, il 14 dicembre 2009, due dei vari giudizi per evasione a carico del giovane si sono conclusi con condanne.

La prima volta Monti era stato arrestato alla fine di settembre 2009, poiché quando i carabinieri si erano recati da lui per un controllo aveva perso la calma, e aveva lanciato contro di loro una serie di oggetti, tra cui una bottiglia di vetro che aveva preso in pieno l'auto dei militari (per quel fatto Monti è stato condannato a due mesi di reclusione confermati in appello il 10 ottobre scorso). Due giorni dopo il giovane era comparso per il giudizio direttissimo in tribunale, a Catanzaro, dove si era agitato ancor di più, coprendo di insulti il giudice e tutti gli altri presenti in aula, e avvertendo che se l'avessero mandato ai domiciliari sarebbe scappato. Il giudice convalidò l'arresto mandando l'imputato proprio agli arresti a casa, e lui, come promesso, la stessa sera uscì. I carabinieri lo avevano intercettato ed inseguito, per poi arrestarlo per evasione. L'indomani, tornato in tribunale per un nuovo rito direttissimo, a Monti erano stati ripristinati i domiciliari, con suo grande disappunto, e con il nuovo impegno di scappare al più presto. Anzi, prestissimo. Così, due sere dopo il giovane era stato beccato ancora fuori casa ed era finito in manette per l'ennesima volta, ma alla fine, andando incontro alle sue stesse istanze, il giudice monocratico aveva disposto per lui la custodia cautelare in carcere. (AGI)