Febbre catarrale degli ovini: presidente Anpa Calabria scrive a Scopelliti e Trematerra
Febbre catarrale degli ovini: Giuseppe Mangone, presidente Anpa Calabria, scrive al presidente della regione, Giuseppe Scopelliti e all’assessore all’agricoltura, Michele Trematerra.
"Egregio presidente - scrive Mangone - la situazione sanitaria - veterinaria nella nostra regione, negli ultimi 18 mesi, è progressivamente peggiorata e, attualmente, rischia il collasso con danni enormi per gli allevatori. Con la presente, sottopongo alla sua attenzione la gravissima situazione che si è venuta a determinare per quanto riguarda la febbre catarrale degli ovini “blue tongue”.
Com’è noto, per il controllo della malattia, nelle singole A.S.L., sono individuate delle zone dove sono collocati gli animali sentinella che devono essere sottoposti ai prelievi.
Come risulta dal sito dell’Istituto Zooprofilattico Referente di Teramo, la regione Calabria, da oltre un anno, non ha dato direttive ai servizi veterinari territorialmente competenti per effettuare i dovuti controlli sanitari sugli animali sentinella, secondo le direttive impartite dallo stesso I.Z.P..
Conseguentemente a questa grave inadempienza, la Calabria è stata inserita, in ambito nazionale, come territorio soggetto a restrizione della movimentazione degli animali, sia da macello sia da vita, così come stabilito dalla circolare del direttore generale del ministero della salute del 4 ottobre 2013.
In data 16 ottobre 2013, la task force per le attività veterinarie, con una propria circolare, si è limitata a comunicare alle ASP, ai servizi veterinari e alle sezioni calabresi dell’IZS del mezzogiorno, il provvedimento ministeriale.
Così facendo, la task force si è salvata la faccia sul piano burocratico, lasciando gli allevatori nei guai.
Da considerare, inoltre, che da oltre un anno in nessun allevamento è stato consentito l’utilizzo di vaccino idoneo, malgrado il territorio calabrese è ad alto rischio epidemiologico.
Permanendo le attuali, forti restrizioni della movimentazione, tutti gli allevatori subiscono ingenti danni economici dovuti al fermo e alla conseguente riduzione del prezzo di vendita degli animali. Va, infine, evidenziato che, vista anche la carenza di informazioni agli allevatori, potrebbero essere effettuate movimentazioni senza controllo, con possibili gravi danni alla salute dei cittadini, consumatori".