Malattia delle api, Mangone: intervenga la Regione per pagare i danni
“Le inadempienze dei servizi sanitari veterinari e l’incapacità della task force regionale sono una calamità permanente per gli allevatori calabresi. – Lo afferma in una nota stampa Giuseppe Mangone, Presidente ANPA – LiberiAgricoltori Calabria - Infatti, mentre le aziende ovine sono in preda alla blue tongue, con danni diretti e indiretti pesantissimi che, ormai, possono essere stimati in oltre 10 milioni di euro, è arrivata la “aethina tumida” per le api; un piccolo coleottero originario dell’Africa meridionale, appena 6 millimetri di lunghezza, un ciclo vitale massimo di sei mesi ma sufficienti per attaccare in maniera gravissima gli alveari e mettere in ginocchio gli allevatori.
La presenza del parassita esotico è stata riscontrata in un allevamento apistico di Gioia Tauro il 5 settembre u.s.. A distanza di ben 17 giorni, da parte della task force, non vi è stato alcun provvedimento a valenza sanitaria per arginare la diffusione della malattia che, per quello che è avvenuto, rischia di contagiare tutte le province della Calabria, nonché altre regioni italiane.
Infatti, tutti gli allevatori che recentemente avevano effettuato il nomadismo , portando le proprie arnie nella Provincia di Reggio Calabria, alla notizia del riscontro della positività alla malattia, in assenza di direttive regionali, hanno provveduto a riportare le proprie api lontano dai luoghi in cui si era verificata la positività all’ “Aethina, con La conseguenza di una estesa, inconsapevole diffusione della malattia.
Ancora una volta, come ANPA Calabria, siamo costretti a denunciare la colpevole responsabilità della regione per il cattivo funzionamento delle sue strutture che arreca danni ingenti a chi lavora onestamente, soprattutto in questo settore, delicatissimo quanto importante per la vita e per l’ambiente.
Per la situazione che si è creata, prima di tutto, vanno quantificati e pagati i danni agli allevatori. Contemporaneamente, vanno attivate tutte le misure per fermare la malattia, scongiurando la lotta chimica con sostanze che potrebbero avere conseguenze molto negative per chi le utilizza, per le api, per l’ambiente e per i consumatori. Occorre, invece, dare le direttive e fornire consulenza adeguata e qualificata per una lotta alla malattia con l’uso di sostanze naturali e dando continuità a tutte le tecniche apistiche in corso di sperimentazione.”