Cagliostro: “Il ritorno dei Bronzi al museo. e poi?”
“Una giornata da segnare nel calendario delle buone conquiste della città! E di questi tempi, lasciatemelo dire, più unica che rara… Le pressioni delle associazioni culturali e dei comitati cittadini sono riuscite nell’impossibile: anticipare il rientro dei Bronzi al Museo e far bloccare dal Ministro in persona un intervento che avrebbe creato intorno al Museo appena riaperto, un cantiere traumatico e dalla durata imprevedibile. Oltre che veramente inaccettabile dal punto di vista dell’impatto su un’area di limitate dimensioni e vincolata per motivi archeologici e paesaggistici se non storico architettonici e urbanistici”. E’ quanto sostiene la professoressa Marisa Cagliostro.
“Oggi è giusto festeggiare - continua la nota - e riprendere però, da parte di tutti gli enti interessati, a lavorare con diverse modalità affinché non solo il Museo con i suoi importanti documenti materiali di una cultura millenaria, ma anche le altre risorse culturali della città, trovino finalmente il giusto rilievo nella pianificazione di circuiti di valorizzazione, recuperi, creazione di veri itinerari di visita attraverso siti ben curati e aperti tutti i giorni e altro ancora, come sanno gli studiosi e i professionisti del settore che nella città e nell’Università hanno studiato e lavorato e anche proposto progetti spesso inascoltati.
Si è preferito dare fumo negli occhi, utilizzare finanziamenti consistenti in eventi temporanei che nulla hanno lasciato, dimenticando le difficoltà di accesso alla città con ogni mezzo che sia aereo o ferroviario o stradale, l’inesistenza di una adeguata recettività alberghiera, lo stato di degrado dei luoghi dal punto di vista della manutenzione e della cura ambientale.
E’ tempo di programmare - Amministrazioni locali e Soprintendenze - nel complesso e non per piccole parti e settori di competenza, con una visione ampia rispetto agli spazi urbani ed extraurbani, mettendo insieme in una offerta ampia rivolta a cittadini e turisti, i beni archeologici e artistici, architettonici e paesaggistici, archivistici e demoetnoantropologici insieme alla enorme potenzialità dell’arte sacra ben custodita nelle nostre chiese e conventi, musei ecclesiastici e di private fondazioni.
Non possiamo pensare che i Bronzi, da soli e senza una adeguata e mirata promozione della città e del territorio possano fare miracoli! Solo chi non conosce modalità e tecniche di moderna fruizione può pensare di rivolgersi a spot pubblicitari, spesso dal dubbio gusto ed effetto o promettere clamorose iniziative milionarie che poi, agli occhi del mondo della comunicazione professionale e del marketing mettono in ridicolo la incapacità dei committenti di tali ulteriori sperperi.
Ma non vogliamo, per così dire, guastare la festa. Cerchiamo di riprenderci e di conservare con costanza e passione come cittadini, associazioni e movimenti di cittadinanza attiva, finalmente, lo spazio di proposta e di partecipazione da tempo negato. Solo se liberi da condizionamenti che hanno portato qualche vantaggio personale a pochi ma molte sofferenze a tanti, potremo contribuire a migliorare la qualità della vita di una splendida terra beneficata dalla natura.
Pensare quindi in grande ma non in forme megalomani e spropositate, di risanare e abbellire, con i finanziamenti già destinati, la piazza antistante il Museo, di marcarne la presenza con sistemi di fari laser segnaletici e di proiezioni continue al suo esterno, con servizi informativi e di accoglienza, riqualificando l’accesso viario verso il Museo attraverso l’asse porto-svincolo autostradale–tazione lido-piazza Indipendenza.
E’ già prevista la restituzione ad un dignitoso utilizzo del Lido comunale con la tutela del Piano Nervi-La Face e il rifacimento, scontato, del Museo dello strumento musicale.
Auspicabile poi la rimodulazione, adeguandolo alle effettive risorse economiche e contesti paesaggistici, nonché problematiche geomorfologiche e di prevenzione antisismica, parte del faraonico progetto di Waterfront di Zaha Hadid che ha certamente il merito di mettere ordine in una fascia costiera ampiamente degradata e preda di abusivismo di ogni genere, con la realizzazione di servizi infrastrutturali e per il tempo libero, ma ci vede molto perplessi di fronte all’enorme e sovradimensionato “farfallone” del Museo del Mediterraneo, le cui aspirazioni fanno a pugni con le effettive esigenze fondamentali di cui la città è ampiamente carente, anche nella visione di un ruolo di città metropolitana per il conseguimento della quale molte lune dovranno ancora passare!
Auguri comunque alla città - conclude la nota - e al suo museo affinché si avvii un nuovo ciclo di governo delle cose che generi un futuro dalla parte dei bambini, dei giovani e delle donne, attraverso cui la vita delle città e del mondo si costruisce e si perpetua in positivo”.