Legambiente: “Il 2013 un anno contro l’ambiente a San Giovanni in Fiore”
"La fallimentare gestione dei rifiuti e della discarica di Vetrano, l’incapacità di frenare gli abusi e programmare lo sviluppo territoriale, il parere positivo allo svuotamento del lago Arvo, l’oscura vicenda del Piano di Protezione Civile e l’imbarazzante gestione del traffico e del verde urbano, sono l’esempio del fallimento in campo ambientale dell’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore". E’ questo l’impietoso giudizio che esprime il circolo Legambiente Sila sul 2013 della Giunta guidata da Antonio Barile "che, per quanto riguarda le politiche ambientali, è andata ben oltre le pur pessimistiche previsioni degli ambientalisti silani che ricordano i fallimenti in questo settore".
"Si parte - continua la nota - dal fallimento della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti che occupa il podio dei disastri amministrativo/ambientale nella nostra città. Dal mancato avvio della raccolta differenziata fino all’imbarazzante gestione del fine vita della discarica di località Vetrano, su questo tema saranno i cittadini a pagare il fallimento di questa amministrazione, visto che la Tares per il 2014 si trasformerà in un salasso per le tasche dei sangiovannesi che continueranno comunque ad avere un pessimo servizio di smaltimento rifiuti. E’ dal 2005 che, inascoltati, denunciamo il profilo fallimentare della gestione dei rifiuti e della discarica di località Vetrano, nata e pensata come un centro per accogliere rifiuti all’interno di un ciclo gestionale che avesse come base la raccolta differenziata che da noi raggiunge (forse) il 5%. La situazioni drammatica è ad oggi sotto gli occhi di tutti, con cumuli di rifiuti e una raccolta degli stessi che avviene ancora in maniera indifferenziata.
Altra vicenda negativa che ci ha visti in prima linea nel 2013 è quella relativa allo svuotamento del Lago Arvo, proposto dalla società A2A, su cui l’amministrazione ha espresso parere positivo anche dopo l’evidente bocciatura della proposta da parte della Regione Calabria su richiamo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Una vicenda che evidenzia la superficialità e l’insipienza di chi ci amministra che non è capace di difendere l’interesse dei cittadini contro l’arroganza di una multinazionale che continua a sfruttare le nostre acque e non ci riconosce quanto dovuto in termini economici: a quando una vertenza per il riconoscimento di un canone maggiore per lo sfruttamento idroelettrico dei nostri laghi?
Sulla mancata approvazione del Piano strutturale e sul controllo e repressione dell’abusivismo edilizio non sappiamo cos’altro aggiungere rispetto al passato. Possiamo solo segnalare la nascita di una nuova corrente architettonica: i manufatti abusivi adibiti a fruttivendola che sorgono a notte inoltrata e che sono il nuovo simbolo della città alla quale proponiamo di inserire nel gonfalone e nell’iconografia cittadina quale segno identificativo di inciviltà urbanistica e spregio delle regole!
Paradossale, inoltre, la situazione della Protezione Civile in città che ricalca la situazione regionale, confusionaria, frammentaria, priva di qualsiasi logica che anziché valorizzare l’esperienza del volontariato, percorre la strada di un Piano di protezione civile comunale fantasma, visto che dopo gli incontri dello scorso marzo tra l’assessore al ramo e le associazioni di volontariato di Protezione Civile, nulla più si è saputo del Piano comunale. Che sia stato solo un momento catartico dove l’amministrazione si è mostrata bella dinanzi la Regione?
Chiudiamo con due perle che riguardano il verde pubblico urbano gestito secondo la non-regola della capitozzatura e del taglio selvaggio degli alberi e la inesistente regolamentazione del traffico cittadino. Sul verde - conclude la nota - chiediamo se per il 2014 è previsto il rispetto della nuova legge sugli spazi verdi urbani, che prevede la piantumazione di alberi per i nuovi nati ed i nuovi iscritti all’anagrafe e l’inventario comunale degli alberi, mentre sul traffico chiediamo se dobbiamo aspettarci altre “rivoluzioni” sul modello di quanto messo in atto su via Tevere e Via Vallone, esempio di decongestione del traffico oramai studiato da alcune capitali europee".