L’avvocato Romeo sull’incandidabilità di Demetrio Arena

Reggio Calabria Politica
Demetrio Arena

"Le motivazioni della conferma della incandidabilita' comminata al sindaco di Reggio democraticamente eletto nel 2011, giunte alla vigilia del Santo Natale di un anno difficile che ormai fa parte del passato, hanno certificato ciò che la Città non ha mai messo in discussione: la specchiata linearità del profilo, personale e professionale, di Demetrio Arena non ha mai avuto nulla a che vedere con la criminalità organizzata". E' quanto sostiene l'avvocato Oreste Romeo di Reggio Calabria.

"La decisione della Corte di Appello - continua la nota si apprezza anche sotto un altro punto di vista, perchè essa restituisce alle irrinunciabili garanzie costituzionali del cittadino la dignità messa sorprendentemente in discussione in prima istanza dal Tribunale reggino che aveva rinunciato ad esaminare il merito delle vicende poste al suo esame.

Tuttavia, Arena si ritrova alle prese con la sanzione della incandidabilità prevista dalla "Legge Pica dei giorni nostri", sostanzialmente, per non avere estirpato la pluridecennale gramigna della burocrazia comunale, sulla quale, medio tempore, non sembra abbia significativamente inciso nemmeno la terna commissariale più e più volte dimostratasi inadeguata rispetto alle illusorie e velleitarie aspettative che pure erano state pomposamente ostentate all'atto dello scioglimento del civico consesso reggino.

In buona sostanza, la rivoluzione della macchina burocratica dell'Ente, in soli sei mesi di svolgimento del mandato conferito dai Reggini, è stata pretesa da Arena nella stessa sede in cui il tempo impiegato per definire un processo civile negli ultimi anni è dilatato al punto di aver prodotto un vertiginoso aumento dei ricorsi ancorati alla cd. legge Pinto, che sanziona con corposi indennizzi la durata irragionevole del processo.

Sembra quasi di vedere Arena nelle vesti di Achille piè veloce condannato all'eterno inseguimento senza successo della tartaruga con la quale idealmente gareggiava .... ma quello era solo il paradosso di Zenone!

Messa al bando ogni e qualsiasi venatura polemica, del tutto estranea a chi scrive, la vicenda appare dimostrativa della pressante necessità di superare le gravi ed evidenti contraddizioni che, messe insieme, finiscono per inevitabilmente frenare la complessiva macchina dello Stato.

E' il tempo di formulare l'auspicio che si mettano da parte soggettive suscettibilità e vili indulgenze alla debole rivalsa; che l'Individuo sia posto al centro di ogni azione attraverso la quale si manifesta la vita dello Stato, senza che ciò comporti idolatria o barbaro tiro al bersaglio; che si recuperino spirito solidale e di identità; che abbiano fine supponenza ed odiosi pregiudizi tra mondi destinati per definizione a guardarsi e parlarsi; che siano riattivate le virtuose sinergie interistituzionali che hanno sostenuto la comunita' cittadina e quella nazionale; che sia, in altre parole, assorbito il disorientamento del cittadino comune, destinato a ritrovarsi, come ormai frequentemente accade, in balia di una opportunistica, settaria, oltranzistica ed inconcludente incompetenza elevata a dignità di sistema, addirittura con immediate ripercussioni sull'ordine pubblico, seriamente minacciato da manifestazioni concepite per mettere in un mirino profili istituzionali totalmente estranei al vertiginoso ed indiscriminato aumento del costo di servizi pubblici, peraltro assicurati in termini lacunosi ed insoddisfacenti da un assetto burocratico all'evidenza parassitario".