Gioco d’azzardo: Idv raccoglie firme a Cosenza, no a lucro Stato
Nuova iniziativa di Italia dei Valori in piazza XV Settembre a Cosenza per completare la raccolta di firme voluta dal segretario nazionale del partito, Ignazio Messina e finalizzata a presentare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare denominata “No slot, No videopoker” per contrastare il gioco d'azzardo e la ludopatia in Italia. L’obiettivo che, comunque, sembra essere stato già ampiamente raggiunto, è quello di raccogliere 50.000 firme.
“Anche questa mattina –ha detto il segretario regionale di Italia dei Valori, Mario Caligiuri, visibilmente soddisfatto per il successo dell’iniziativa- sono stati tantissimi i cosentini e le cosentine che sono venuti al nostro gazebo ed hanno mostrato simpatia e condivisione verso la nostra campagna, sottoscrivendo con entusiasmo la nostra petizione popolare e ringraziandoci per aver indotto il governo-Letta a fare un passo indietro sull’emendamento-vergogna che intendeva “premiare” le slot machines e “punire” Comuni e Regioni impegnati nel contrasto al gioco d’azzardo. La ludopatia non è uno scherzo, ma una vera e propria emergenza sociale che affonda le sue ragioni nella disperazione e, forse, anche nella crisi economica.
La fallace speranza di facili guadagni spinge al gioco soprattutto i più poveri, i giovani disoccupati e i pensionati. Ogni italiano, neonati compresi, spende 1.260 euro all'anno per tentare la fortuna tra videopoker, slot- machine, lotterie e sale bingo: in totale 76,1 miliardi per l'azzardo ufficiale, e almeno altri 10 miliardi per quello illegale. A ciò si aggiungono milioni di euro investiti ogni anno per le attività di prevenzione e le altissime ricadute in termini di costi sociali e sanitari.
Tale fatturato fa del gioco la terza impresa italiana. Nell'arco di 12 mesi, la percentuale degli under 19 che ha giocato in denaro almeno una volta in un anno e' salita dal 40 al 47%: e a segnare l'aumento maggiore sono le ragazze, dal 29 al 36%", mentre i maschi passano dal 53 al 57%. In testa alla classifica per regioni al primo posto c'e' la Campania con il 57,8% di studenti "giocatori", cui seguono Basilicata (57,6%), Puglia (57%) e, tutte oltre il 50%, Sicilia, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna”.
“Noi –conclude Caligiuri- siamo contro lo “Stato biscazziere”. Non possiamo accettare che lo Stato faccia cassa lucrando e speculando sulla debolezza dei cittadini, rendendosi complice del dramma di migliaia di famiglie rovinate dal gioco”.