Ospedale Annunziata, Guccione e Bossio: crisi frutto di responsabilità ben precise
“La crisi in cui versa l’Ospedale Civile dell’Annunziata è frutto di responsabilità ben precise. Il processo di depauperamento in atto è certamente dovuto al difetto di una programmazione regionale dovuta ad una precisa scelta del Commissario Scopelliti rivolta all’abbandono e al mancato potenziamento di uno tra i più importanti presidi HUB della Calabria. - È quanto dichiarano in una nota congiunta il Consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione e il Deputata del Pd, Enza Bruno Bossio - Non meno grave, però, è il limite di una cattiva gestione che il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera ha improntato a scelte clientelari e politiche che hanno mortificato competenze e professionalità.
Il dott. Paolo Gangemi deve prendere atto della grave situazione determinatasi e non scaricare le proprie dolose responsabilità. Chi non ricorda, poco prima delle elezioni, le inaugurazioni in pompa magna del Dipartimento Emergenza e Accettazione (DEA), che veniva aperto la mattina e chiuso il pomeriggio, alla presenza del Governatore Scopelliti?
Come si fa a dimenticare che alla richiesta della Regione di indicare priorità per attivare lo sblocco del turn over del 15% previsto dal Decreto Balduzzi, fu proprio lo stesso Gangemi a rispondere con l’indicazione esclusiva di solo primari, alcuni dei quali addirittura neanche compresi nei livelli essenziali di assistenza?
Perché le inadempienze evidenziate sul Centro Trasfusionale continuano a persistore e, come ha ben evidenziato il verbale del Tavolo Massicci del 4 dicembre scorso, “ancora ad oggi non risultano messe in atto le indicazioni della Regione, che risultano copiose e in linea con quelle fornite a livello centrale”?.
Di chi è la responsabilità della mancata attivazione dei posti letto per acuti all’ospedale civile dell’Annunziata che da 645 previsti risultano essere solo 427, cioè 218 in meno?
Per non parlare - si legge ancora nel comunicato stampa - della mancanza di 204 dirigenti medici e di 453 tra infermieri, tecnici radiologi, assistenti sociali, la cui assenza crea, di fatto, una situazione che ogni giorno mette a rischio la chiusura e l’accorpamento di numerosi reparti.
Perché, ci chiediamo, non si è proceduto, considerata l’emergenza sanitaria in cui versa l’Annunziata, ad emanare gli avvisi pubblici per assumere a tempo determinato le figure mediche e sanitarie necessarie ad eliminare le criticità per non mettere a rischio l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza?
Nella lettera che il Sottosegretario al Ministero della Salute, Paolo Fadda, ha inviato alle Regioni il 10 dicembre 2013 afferma che “il ricorso a nuovi contratti di lavoro a tempo determinato deve essere circoscritto ai soli casi eccezionali”.
C’è, vivaddio, un caso più eccezionale di quello rappresentato dall’Annunziata di Cosenza? Di chi è la responsabilità per non aver attivato le procedure previste dal Decreto Balduzzi per lo sblocco del turn over del 15% anche per le regioni in Piano di Rientro, che avrebbe significato l’assunzione di almeno 19 medici da utilizzare nelle aree di criticità del nuovo nosocomio cosentino e di circa 300 medici in tutta la regione?
Sono questi solo alcuni riferimenti di una lunga lista di inadempienze, incapacità e modalità di uso disinvolto e affaristico dell’azione gestionale dell’ A.O di Cosenza. Gangemi non è stato nominato per chiudere l’ospedale di Cosenza, come egli stesso minaccia ogni giorno, ma il suo compito è quello di adeguarlo a quanto previsto dal Piano di Rientro e garantire i livelli essenziali di assistenza.
Chi, nelle proprie funzioni e nelle proprie responsabilità, non fa rispettare l’art.32 della Costituzione, cioè non garantisce i livelli essenziali di assistenza mette a rischio la vita dei cittadini. È il sospetto legittimo che, attraverso questa serie interminabile di ritardi, si voglia affossare definitivamente uno dei più importanti ospedali della Calabria e del Mezzogiorno per privilegiare altre strutture della nostra regione, espropriandolo anche di funzioni ospedaliere di eccellenza.
Per quanto ci riguarda - concludono i due esponenti del Partito Democratico - siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità e a lavorare intensamente per far uscire la sanità calabrese e cosentina dal tunnel in cui è stata cacciata, a patto che ci sia la volontà vera di operare una svolta radicale, che permetta definitivamente di cambiare registro, assicurando la continuità assistenziale ai calabresi e garantendo il loro diritto alla cura e alla salute.”