Calabria: il Garante dell’infanzia plaude alla giustizia minorile
“La pronunce del Tribunale per i minorenni di Catanzaro nel procedimento riguardante la minore C.V. costituiscono un caso emblematico di quella buona giustizia che deve essere erogata ai minori che si trovano nella condizione di dover ricorrere al giudice. - È quanto afferma in una nota il Garante infanzia e adolescenza regione Calabria, On Intrieri - Questo il caso. C.V. veniva a trovarsi nella grave situazione di essere affetta da disturbo dell’alimentazione per il quale era stato segnalato dalla responsabile della NPI un ormai imminente pericolo di vita.
Del caso veniva interessato il giudice minorile di Catanzaro che, nell’arco di sette udienze celebrate in soli quattro mesi, si attivava a fronteggiare ed avviare a soluzione la grave patologia della minore, convocando e coinvolgendo tutti i soggetti istituzionali di competenza.
In particolare venivano sentiti dal Giudice: il Curatore speciale della minore, il Primario pediatra dell’Ospedale C., la psichiatra dello stesso ospedale, la dottoressa della NPI, la CTU, la psicologa e l’assistente sociale del Servizio sociale, la Preside della scuola della minore, i rappresentanti dell’Ufficio minori della Questura, il Garante dell’infanzia della Calabria.
Il Tribunale, nonostante la resistenza della genitrice che per motivi non meglio precisati si opponeva al ricovero, disponeva, con decreto del 5.7.2013, il ricovero della minore in una struttura specialistica privata del Nord Italia, su conforme unanime parere dei soggetti istituzionali sanitari, trasmettendo gli atti all’Assessorato regionale alla sanità.
Successivamente con decreto del 10.12.2013, notificato anche a questo Garante, dando atto che la ragazza C.V. aveva intrapreso in modo positivo e costruttivo il percorso terapeutico, aveva ripreso un buon peso corporeo, era rientrata a scuola ed aveva ripreso la sua vita normale di adolescente, anche grazie alla collaborazione della genitrice che, nelle more, aveva cambiato atteggiamento verso la figlia, disponeva la continuazione del percorso terapeutico.
L’esame della vicenda giudiziaria che ha interessato la minore C.V. è il tipico esempio della nuova concezione della giustizia minorile, che viene chiamata mite per contrapporsi a quelle forme di giustizia intransigente, nella quale l’approccio al minore era - e ancora spesso lo è - traumatico e dirompente piuttosto che indirizzato a favorire ed incrementare la continuità affettiva del soggetto da tutelare.
Non c’è dubbio che le udienze ravvicinate, le decisioni rapide, il coinvolgimento e l’interazione del giudice con tutte le istituzioni preposte, a vario titolo, alla tutela del minore, sono un complesso di fattori innovativi che fanno assurgere il Tribunale per i minorenni di Catanzaro a presidio standard avanzato, nel quale i principi della centralità e dell’ascolto del minore, proclamati dalla convenzioni internazionali, possono dirsi pienamente realizzati.
A margine delle brevi note sul fatto, il Garante dell’infanzia della Calabria plaude, con viva soddisfazione, alla giustizia minorile calabrese, e catanzarese in particolare, che, se geograficamente è posta alla periferia dell’impero, culturalmente è un faro di civiltà giuridica degno della Mitteleuropa.”