Comitato acqua pubblica sulla ripubbilicizzazione della Multiservizi Lamezia
"Ci risiamo. Come un disco rotto, nostro malgrado, dobbiamo per l’ennesima volta registrare e denunciare l’atteggiamento della Giunta Speranza che sta dimostrando come la questione legata alla Multiservizi SpA, alla sua possibile ma ricordiamo - per i cittadini lametini che hanno detto sì al referendum - assolutamente necessaria ripubblicizzazione non sia un obbiettivo fra quelli prioritari che la stessa si è data". E' quanto scrive il comitato sull'acqua pubblica di Lamezia Terme.
"Ad oggi infatti - contiua la nota - non è stato dato alcun seguito ai lavori solo iniziati del tavolo tecnico bilaterale promosso dal Comitato Lametino Acqua Pubblica e composto dai rappresentanti lametini del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “bruno Arcuri”, del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e dai rappresentati dell’Amministrazione Comunale. L’obiettivo di questo tavolo era – e speriamo rimanga - avviare e definire un percorso che portasse verso una generale riconsiderazione della gestione di tutti i servizi pubblici locali (acqua, rifiuti e trasporti), a partire dall’istituzione di una Azienda Speciale di diritto pubblico per la gestione partecipata del Servizio Idrico Integrato.
E già perché degli entusiasmi dimostrati nei due incontri di agosto e novembre - che la Giunta Speranza definì franchi e proficui - si sono perse le tracce, come però è logico attendersi, quando queste devono necessariamente lasciare il posto all’impegno ed al lavoro per non far soccombere un intero comune nel baratro del dissesto finanziario.
Ci sorge il dubbio, a questo punto, che si voleva strumentalmente cavalcare l’onda emotiva e mediatica che aveva suscitato nell’opinione pubblica locale l’approvazione della delibera del consiglio comunale, lo scorso luglio, a sostegno della Legge regionale di iniziativa popolare per la pubblicizazione del servizio idrico integrato forte, quest’ultima, di 11mila firme raccolte (di cui mille solo in città) in poco meno di sei mesi. Anche in quella occasione però - ci rincresce ricordarlo – si arrivò alla agognata deliberazione solo grazie all’intervento forte ed intemperante di alcuni membri del Comitato Lametino che ne permisero l’approvazione che altrimenti stava per essere immolata sugli altari del più basso meccanismo politicisti.
Già in nel primo incontro, ma anche in quello successivo di costituzione del tavolo tecnico, il Comitato Lametino aveva avvertito non solo sulla necessità di stringere i tempi per avviare i lavori prima della annunciata scadenza del mandato del Sindaco, ma soprattutto di formalizzare la costituzione del tavolo tecnico in sede di consiglio comunale proprio per preservare il lavoro fatto da possibili scelte politiche diverse fatte della futura amministrazione.
Alle dichiarazioni di intenti, alcune di notevole rilevanza come quelle del presidente Miletta in merito alla opportunità di considerare l’opzione di inserire nel processo di pubblicizzazione anche la gestione integrata dei rifiuti - come da noi più volte sostenuto - come al solito non è seguito alcuna azione concreta e reale che possa in qualche modo confermare la volontà politica di rispondere non ad una esigenza propria degli attivisti del Comitato ma ad una effettiva richiesta di una volontà popolare espressa più volte ed in varie modalità, che sottende bisogni di tutela e di garanzia di servizi pubblici essenziali.
E’ chiaro che il silenzio diventa più allarmante alla luce della notizia della delibera della Sezione Calabrese della Corte dei Conti che sancisce il dissesto del Comune. Se il consiglio comunale dovesse deliberare il dissesto si aprirebbero scenari preoccupanti per la popolazione: la necessità di per fare cassa e rientrare finanziariamente senza possibilità di accedere ad alcun credito favorisce politiche distruttive di massiccia privatizzazione e di dismissione del patrimonio pubblico. La legge inoltre costringe l’Ente a intervenire con misure draconiane che inevitabilmente si concretizzano in aumento dei prelievi fiscali (IMU, addizionale comunale, TARSU, TARES, ecc.) fino al massimo consentito e riduzione delle spese comunali che potrebbe comportare tagli lineari al personale (quindi con aggravio della situazione sociale familiare)
Nel contesto di questo scenario allarmante, dove i rischi di privatizzazione sono quindi elevatissimi, noi ribadiamo con forza la necessità di proseguire e rilanciare i lavori del tavolo tecnico per la ripubblicizzazione.
Il Comitato Lametino Acqua Pubblica sosterrà, qualora ce ne fosse ancora bisogno, con una diffusa mobilitazione le sue posizioni se, per l’ennesima volta, non dovesse ricevere nessuna comunicazione per la ripresa dei lavori del tavolo tecnico".