Rotary club Catanzaro Tre Colli sulla situazione carceraria in Italia
Un tema di stringente attualità ma anche di autentica drammaticità è stato offerto dal Rotary Club Catanzaro Tre Colli che ha intrattenuto i propri Soci sulla situazione carceraria in Italia. Ottimo e prestigioso relatore della serata è stato l’Avv. Vincenzo Ioppoli, Socio del Club e noto penalista della Città.
I lavori - informa una nota del Rotary Catanzaro Tre Colli - sono stati aperti dal Presidente del Club Francesco Cusimano, cui ha fatto seguito l’introduzione dell’Assistente del Governatore, Nunzio Lacquaniti.
L’Avv. Ioppoli, che ha affascinato l’uditorio per la puntualità e la completezza della sua esposizione, ha posto l’accento sul dettato dell’art.27 della nostra Costituzione la quale, al terzo comma, prevede che "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".
“Da qui -ha detto Ioppoli- bisogna partire per considerare la funzione della pena che, secondo la Costituzione, deve tendere alla rieducazione del condannato, al suo reinserimento sociale, al suo recupero come persona e come cittadino. Si può dire che la pena oggi adempie a tale fine? La risposta è decisamente scoraggiante se si considerano le condizioni in cui versano le nostre carceri oggi.”
L’Avv. Ioppoli non ha esitato a fornire quelli che secondo la definizione dello stesso Capo dello Stato rappresentano i “numeri della vergogna”. Un sovraffollamento insopportabile: a fronte dei 46.000 posti contenuti nei penitenziari, i detenuti sono oltre 65.000.
Per tale drammatica situazione -ha ricordato l’illustre penalista- l'Italia ha subìto diversi richiami dalle autorità internazionali e la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ci ha condannato per il reato di tortura. La condanna è sospesa fino al 28 maggio 2014 allorquando diventeranno esecutivi gli effetti della condanna e si provvederà al pagamento degli equi indennizzi liquidati ai ricorrenti. Se per tale data l'Italia -ha avvertito l’Avv. Ioppoli a conclusione della sua relazione- non avrà eliminato il problema del sovraffollamento un'infinità di altri ricorsi saranno presentati con conseguente pioggia di condanne.
Al dibatto che ha fatto seguito sono intervenuto numerosi Soci, tra cui Vero, Calbi, Bevacqua, Paonessa, lo stesso Cusimano e Lacquaniti, e numerosi sono stati gli interrogativi posti al relatore sulla particolare e spesso sconosciuta materia. Nel corso delle sua risposte, non senza destare particolare emozione tra gli attenti intervenuti, l’Avv. Ioppoli si è intrattenuto, parlando della funzione della pena, sull'ergastolo "ostativo" e sul regime detentivo previsto all'art. 41 bis dell'ordinamento penitenziario. Entrambi -ha sostenuto Ioppoli- si pongono in aperto contrasto con il precetto costituzionale e sono stati definiti dal Prof. Umberto Veronesi "antiscientifici".