Crotone, Carolei (Gd): quale modello politico per il futuro?
"Pierpaolo Pasolini, che Crotone l’ha conosciuta diceva: “qual è la vittoria, quella che fa battere le mani o quella che fa battere i cuori?”. Sono mesi ormai che noi, Giovani Democratici di Crotone – si legge in una nota - guardiamo alle vicende politiche della città. Osserviamo, impariamo, pensiamo. Oggi critichiamo: è arrivato il momento di dire la nostra.
Mentre il partito è alla ricerca dell’unità interna, noi GD, oggi e a Crotone, vediamo le nostre adesioni quadruplicate. Sono dati che ci rendono orgogliosi, offrono motivo di vanto vero, ma la lettura che ne diamo è ben poco confortante. La gente, quella vera, quella che ha per la testa i problemi quotidiani, ha un bisogno sincero di eguaglianza, di sinistra, di pari dignità. In noi vedono un alleato. – È quanto scrive Francesco Carolei, Presidente Giovani Democratici Crotone
Noi rappresentiamo quei giovani che studiano fuori da Crotone, ma che continuano a lottare perché la nostra città possa finalmente destarsi dall'incubo nella quale è caduta. Nessuno di noi ha chiesto o vuole un impiego o un incarico, la nostra aspirazione è realizzarci, acquisire le competenze giuste per FARE buona politica, e farlo per la nostra città. I partiti sul territorio non funzionano, nessuno produce realmente cultura, tutto gira attorno al “mecenate” di turno.
I potenti speculano sul territorio e controllano la politica, fanno i propri interessi. Gli enti territoriali sono lontani anni luce dalle esigenze dei cittadini: la provincia mette gli argini dei fiumi in sicurezza(ma l'Esaro fa sempre paura) mentre la giunta regionale potrebbe sfilare alla settimana della moda di Milano: le passerelle del presidente e della sua vice sono sempre più frequenti, ma la città non può più cascarci.
Tempo fa guardavamo al nostro territorio come ad uno di quegli stati nord africani: “ci vuole una primavera araba”, dicevamo. Come detto, però, osserviamo, pensiamo; si cambia idea: oggi non servono primavere arabe, servono idee crotonesi. La società civile, la gente di tutti i giorni, deve tornare ad avere fiducia nel partito, noi non siamo la manovalanza di nessuno e riconosciamo un solo partito sul territorio, quello Democratico, ma quello con la D maiuscola. Quello soltanto.
Perché se prima semplicemente si doveva ritornare a fare gli interessi dei cittadini, ora è diventato necessario. Un dovere assoluto. Le proposte, il fermento, la passione, l’interesse comune devono divenire il cuore pulsante di un partito vero interlocutore di tutte le generazioni! Le logiche clientelari, quelle degli intrighi e delle “marachelle” hanno perso. La politica, e soprattutto le minoranze devono tornare ad essere interpreti delle esigenze dei crotonesi.
Non basta essere rivoluzionari e palesare il malcontento , è per questo che pretendiamo ascolto e dialogo con tutti. Non pretendiamo di ritagliarci lo spazio solo perché siamo giovani , lo vogliamo perché riusciamo a sognare un’altra Crotone perché sognare un futuro per la nostra terra e i suoi giovani è più gratificante e costruttivo del sonno profondo."