Casartigiani Crotone: Paolino su decadenza Consiglio Camerale
“Questa volta la giustizia “divina” è arrivata prima di quella terrena, così che il frutto di tante forzature operate con arroganza politica ed istituzionale a dir poco sconcertante, si è manifestato in tutta la sua amarezza verso coloro i quali avevano inteso spartirselo alla faccia delle conclamate irregolarità in seno alla regolare costituzione del Consiglio Camerale, ripetutamente manifestate dalla nostra Associazione e non solo. - È quanto afferma in una nota il Segretario Generale di Casartigiani Crotone, Antonio Paolino - In questi ultimi mesi si è assistito a un po’ di tutto.
Il Presidente Scopelliti, in barba a quanto disposto dal Tar Calabria, nell’udienza del 10 ottobre 2013 (revoca del decreto di sospensiva, visto il regime di prorogatio del Consiglio fino al 28 febbraio 2014), con proprio decreto, procedeva alla nomina dei nuovi consiglieri e ne fissava la convocazione per il 27 dicembre 2013, con all’ordine del giorno la elezione del nuovo presidente dell’ente camerale.
In quella seduta però - si legge ancora - nessuno dei contendenti alla poltrona di Presidente, otteneva la maggioranza dei due terzi dei voti del consiglio. In questo caso, la legge prevede che il consiglio rivenga riconvocato nei 15 giorni successivi per procedere ad una terza votazione con il sistema della maggioranza assoluta vale a dire la metà più uno dei consiglieri.
La fretta che è cattiva consigliera, induceva l’ex presidente Pepparelli a commettere un errore fatale; ossia, pur avendo ricevuto notizia ufficiale che in data 6 Febbraio 2014 il Tar aveva fissato una nuova udienza per pronunziarsi sulla legittimità dell’intervenuto nuovo decreto del Presidente della Regione, il Pepparelli pensò bene di bruciare sul tempo il corso della giustizia riconvocando il consiglio per il 3 febbraio u.s., senza dunque utilizzare per intero il periodo di 15 giorni concessi dalla legge.
Il buon senso, nell’interesse della comunità, avrebbe suggerito quanto meno di attendere l’esito dell’udienza del il 6 febbraio 2014, a seguito della quale si sarebbe potuta compiere una compiuta riflessione per poter giungere ad un accordo che, in termini di ripristinata legalità poteva forse creare le condizioni per eleggere il nuovo presidente.
Casartigiani tutto avrebbe auspicato tranne il commissariamento dell’ente camerale, specie in un momento difficile come quello che stiamo attraversando. Il nostro territorio, le nostre imprese, hanno bisogno di un ente che funzioni, che si occupi di una programmazione gestionale che possa porre in essere e sviluppare progetti per il rilancio economico e sociale del nostro territorio; tutte cose, che un commissario difficilmente riesce a compiere, come l’esperienza ci ha insegnato.
Tuttavia, nonostante i nostri sforzi, alcune associazioni, in modo particolare della C.N.A., travisando numeri di iscritti a norma del proprio statuto, presentando elenchi di nominativi sotto forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio di dubbia formazione, non hanno consentito l’assegnazione sacrosanta del seggio dell’artigianato alla Casartigiani di Crotone. Di questo, dovranno assumersi tutte le responsabilità politiche e non solo, dovendo rendere conto alle imprese ed al territorio del “danno” che questo evento ha provocato.
Ad ogni buon conto, è opportuno precisare che, se fosse stato eletto il nuovo presidente, di fatto, sarebbe stato un presidente delegittimato, in quanto votato da consiglieri insediatosi in modo illegittimo; ci sarebbe stato un consiglio camerale non validamente costituito, in quanto non erano presenti le due forze maggiormente rappresentative del comparto artigianato: Casartigiani e Confartigianato che, da soli rappresentano oltre il settanta per cento di questo laborioso comparto.
È dunque agli occhi di tutti come la responsabilità amministrativa degli atti che ha portato alla fine di questa miserabile vicenda, è da attribuire ai vertici della giunta regionale e, in modo particolare al presidente Scopelliti e alla vicepresidente Stasi che, non hanno tenuto conto delle prerogative che la legge 580/93 e ss.mm. ed i decreti attuativi, consentono loro, in casi come questo, di disporre verifiche d’ufficio sugli atti presentati presso la Camera di Commercio di competenza.
In conclusione, davvero non vorremmo essere nei “panni” di quei consiglieri amanti delle poltrone che non hanno avuto il piacere di occupare perché detronizzati quando ancora erano in piedi. È dal maggio 2013 che sul rinnovo del Consiglio Camerale vi era una guerra in atto e, durante tale periodo qualche battaglia l’abbiamo persa, ma alla fine, la guerra è vinta, giustizia è stata fatta. Per questo, vogliamo ringraziare di cuore tutti coloro i quali hanno contribuito a questa causa con l’unico e indomito impegno di voler sempre sostenere la legalità.”