Strage Cassano: salme riportate a casa, in mattinata funerali
Sono state trasportate in mattinata nella loro casa, a Cassano Ionio, le salme di Giuseppe Iannicelli e del nipotino di tre anni Nicola Campolongo, uccisi a colpi d'arma da fuoco e bruciati in un'auto, alcune settimane addietro, nella cittadina del Cosentino, insieme con una donna, Ibtissam Touss, marocchina, compagna dell'uomo.
Alle 10,30, nella vicina chiesa parrocchiale di San Francesco, si svolgeranno i funerali. La bara bianca del piccolo Coco', come la vittima era chiamata affettuosamente, e quella del nonno, sono state portate stamane dopo l'esame autoptico sui resti carbonizzati.
L'appartamento di Giuseppe Iannicelli, sottoposto a sequestro giudiziario come testimoniano i sigilli solo parzialmente rimossi, è stato riaperto per consentire la sosta dei feretri in attesa della cerimonia. All'interno della casa la madre ed il padre del bambino.
La cerimonia, secondo quanto si è appreso, si svolgerà a porte chiuse e sarà riservata ai parenti stretti delle due vittime. Il rito religioso sarà officiato dal parroco, don Silvio Renne. (AGI)
h 14:54 | Con un volo di palloncini bianchi, la salma del piccolo Coco' Campolongo, 3 anni, ucciso e dato alle fiamme, è partita verso il cimitero di Cassano Ionio. La seguiva quella del nonno. La banda suonava, come nella tradizione del paese. Tanta la gente che, all'esterno della chiesa dove si sono tenuti i funerali, davano le condoglianze ai parenti delle vittime. Ma non c'erano più i genitori e la nonna, che sono detenuti e, pur avendo partecipato alle esequie, celebrate lontano da flash e telecamere, poi sono stati subito portati via dalle forze dell'ordine.
"Oggi parlo di vita, perché noi preti di solito parliamo solo di morte. Oggi voglio parlare anche di vita". Lo ha detto don Silvio Renne, parroco della chiesa di san Francesco d'Assisi, a Cassano Ionio, dove si sono tenuti i funerali del piccolo Coco' Campolongo e di suo nonno Giuseppe Iannicelli, uccisi e dati alle fiamme. "Il bimbo lo affidiamo al signore e alla Madonna - ha detto don Silvio - e se la mamma gli aveva insegnato le prime preghierine, credo che si sia rivolto alla Madonna, per lo spavento". "Questa terra manca di progetti concreti e della condivisioni di tutti", ha detto ancora don Silvio, parlando di Cassano. "E non si deve pensare alla vendetta, perché la vendetta porta nel baratro". (AGI)