Reperto archeologico trovato in discarica abusiva di rifiuti pericolosi
Un reperto archeologico e' stato trovato durante gli scavi ordinati dalla Procura di Paola nella Valle del fiume Oliva, dove sono stati interrati rifiuti pericolosi. Sottoposto ad analisi da parte della Soprintendenza, e' risultato essere una parte di colonna riconducibile al VI secolo a.C. che fa parte dei ruderi dell'antica Temesa, antica colonia della Magna Grecia sul Tirreno cosentino. Il ritrovamento e' avvenuto nel versante settentrionale della vallata. Sulle attivita' di carotaggio, il procuratore Bruno Giordano ha confermato l'individuazione di ''sette-otto siti in cui abbiamo registrato una grandissima presenza di fanghi industriali. Le analisi chimiche ci diranno quali siano le componenti, quali siano nocive per la popolazione e che tipo di danno si e' creato negli anni passati quando il dilavaggio delle acque probabilmente ha fatto entrare le componenti piu' nocive anche nella falda acquifera''. Sulla presenza della radioattivita' nell'area, Giordano tranquillizza la popolazione sostenendo che i fanghi industriali non sono radioattivi, ma stanno continuando gli accertamenti nei punti in cui erano state registrate punte di radioattivita', soprattutto sopra la cava dismessa. ''Sono stati effettuati -ha affermato Giordano- una seria di carotaggi, anche trasversali, per verificare se deriva da radioattivita' naturale oppure artificiale''. La stima della Procura sulla presenza dei fanghi industriali e' di centomila metri cubi.''Non e' una stima azzardata anzi forse arrotondata per difetto'' sostiene Giordano, che sulla provenienza dice: ''E' una vallata ampiamente utilizzata come discarica di fanghi industriali in rilevantissima quantita'. Probabilmente sono stati conferiti a vettori complici e compiacenti da parte di piu' industrie che operavano in settori analoghi'