L’Enpa Crotone sull’avvelenamento di cani a Belvedere Spinello

Crotone Attualità

"Dei giorni scorsi la notizia di avvelenamenti seriali di cani nel territorio dei Belvedere Spinello. L'ennesimo efferato atto di barbara ignoranza ha scatenato l'indignazione di cittadini di tutta Italia che si sono rivolti alle istituzioni chiedendo intervento per individuare i responsabili di quello che è un gravissimo reato penale punito dalla legge italiana con severissime pene detentive, fino a due anni di carcere, e amministrative, fino a 30.000 euro di sanzione". E' quanto si legeg in una nota dell'Enpa Crotone.

"In base ad una ordinanza ministeriale - continua la nota - i Sindaci e le Aziende sanitarie hanno il dovere di effettuare, tramite l'istituto zoo-profilattico e i laboratori , l'analisi delle carcasse e dei bocconi ritrovati.

In caso di esiti che confermino la presenza di veleno il sindaco ha l'obbligo di attivare le procedure previste sia per la delimitazione e segnalazione del territorio di ritrovamento di carcasse e bocconi, sia per sollecitare la Procura della Repubblica ad effettuare le indagini necessarie ad individuare e punire i colpevoli.

Al fine di verificare se tale procedura sia stata doverosamente avviata, l’Enpa di Crotone e il Comitato Nazionale UGDA hanno fatto formale richiesta agli organi preposti con la speranza che tutti i passi siano stati seguiti scrupolosamente perchè è inaccettabile che in un'Italia che si dimostra sempre più sensibile ai diritti degli animali(ultimi dati Eurispes), ci sia un paese scenario di incivile controtendenza.

Il problema del randagismo non si risolve avvelenando gli animali, che ne sono vittime non causa, ma applicando scrupolosamente quanto previsto dalla legge nazionale 281/91 e dalla legge della regione Calabria, che prevedono sterilizzazione degli animali per evitarne il proliferare fuori controllo e benessere e sussistenza per gli stessi.

Le regioni virtuose, dove le leggi sono state scrupolosamente applicate, hanno visto un graduale, ma costante diminuzione del fenomeno fino alla sua totale scomparsa.

Ci si chiede , quindi, per quale motivo nella regione Calabria il randagismo sia, invece, in aumento esponenziale e come siano stati utilizzati i fondi pubblici stanziati dal Ministero della Salute in favore delle regioni.

Nel ricordare che in base al DPR 31/3/1979 ai sindaci spetta la vigilanza sull'osservanza delle leggi e dei regolamenti a tutela degli animali, si informa l’opinione pubblica che tante persone, associazioni, tra cui ENPA e Comitato Nazionale UGDA, hanno depositato e/o inviato esposti alle Procure Generali di Catanzaro e Reggio Calabria e alla Procura Regionale della Corte dei Conti affinchè vengano perseguite le omissioni sino ad oggi portate avanti impunemente da amministratori pubblici incapaci di risolvere un problema che non ha ragione di esistere, per come hanno dimostrato tante altre realtà comunali, soprattutto del Nord Italia, ove il fenomeno è inesistente!"